La deriva antisemita di alcuni tifosi della Lazio si è compiuta. Tifosi che hanno superato sé stessi nella trasferta biancoceleste allo stadio Maradona contro il Napoli.

Vediamo perché.

Il coro antisemita intonato da parte dei sostenitori laziali ha mostrato una conoscenza della cultura ebraica, tutt’altro che superficiale. Coro che è stato accompagnato da una bandiera con la scritta SS.

Questo il testo del vergognoso “canto” ideato dagli ultras della Lazio:

“So laziale e so razzista siamo le camice brune tu ce fai pena con sta caz** de kippah. C’hai er padre deportato e tu madre è Anna Frank. Romanista sei un rabbino pane azzimo e agnellino e festeggi l’Hanukkà, lalala lalala”.

Analizziamo.

“Camicie brune” (e Anna Frank) che rievocano la Shoah, in quanto gruppo paramilitare del Partito Nazista tedesco.

“Kippah”, copricapo ebraico, uno dei simboli dell’ebraismo.

“Pane azzimo e agnellino”, due figure che riportano a Pesach, la pasqua ebraica.

“Hanukkà”, altra festività ebraica conosciuta come la “Festa delle luci”.

È bene ricordare che più volte determinati tifosi della Lazio hanno mostrato il proprio odio antiebraico.

Ma questa volta sono andati oltre.

Il video incriminato, ovviamente, tratto da TikTok è diventato virale.

Ora si attende la decisione della Procura Federale, che da tempo sta attenzionando i tifosi della Lazio, anche per l’imminente derby del 19 marzo contro la Roma. Già nella stracittadina giocata a novembre, i tifosi biancocelesti si sono resi protagonisti di cori antisemiti.

Quali saranno i livelli di guardia?

Quali provvedimenti prenderà la Procura Federale? È soprattutto questo un tema su cui di battere.

I limiti si sono superati da anni, ma ora è davvero troppo.

Non dare una risposta adeguata sarebbe l’ennesimo lasciapassare a tifosi, che sanno perfettamente cosa stanno facendo. 

Troppo volte abbiamo assistito a questi gesti che nulla hanno a che fare con lo sport e con il calcio.