9 agosto 1982, il terrorismo palestinese colpisce al cuore la Parigi ebraica

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David Spagnoletto
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9 agosto 1982, il terrorismo palestinese colpisce al cuore la Parigi ebraica

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David Spagnoletto

Era iniziata come una giornata come tante. Una di quelle che a Parigi si respirava in ogni estate, con i turisti troppo curiosi di visitare la città per lanciarsi vincere dal caldo.

Quella giornata, però, non finirà così come era cominciata, perché il 9 agosto 1982 il terrorismo palestinese aveva un solo obiettivo: colpire al cuore la comunità ebraica della capitale francese.

Con ferocia, senza pietà, in un luogo affollato nell’ora di punta.

Ore 13:15, un gruppo di terroristi guidati da Abu Nidal entra nel ristorante kasher Jo Goldenberg, nel quartiere ebraico del Marais, a Rue de Rosiers, lanciando prima una granata e poi sparando sugli avventori e sul personale del locale.

Gruppo che, non contento di aver seminato morte e terrore, lancia una bomba prima di scappare.

Il bilancio è pesantissimo: sei morti e ventidue feriti.

Tre minuti di panico. Un tempo infinito per chi deve evitare proiettili e schegge per avere salva la vita.

I terroristi l’hanno calcolato con estrema precisione. Perché il terrorismo palestinese è tutt’altro che insolito a colpire le città europee nei primi Anni 80 (Parigi il 3 ottobre 1980, Anversa il 27 luglio 1980 e il 21 ottobre 1981).

Parigi cade nel panico, così come gli ebrei francesi, sgomenti davanti a tanta manifestazione d’odio. Protestano contro la politica filo araba-palestinese dell’allora presidente Mitterand, la cui presenza viene rifiutata nella funzione alla Grand Sinagogue organizzata la sera stessa dell’attentato in memoria delle vittime. Lo stesso Mitterand, fra l’altro era stato talvolta cliente di Goldenberg.

In quei mesi la narrativa anti-israeliana è tutta concentrata a puntare il dito contro lo Stato ebraico per la guerra in Libano terminata da poche settimane.

Narrativa che tende a “giustificare” l’attentato di Parigi del 9 agosto 1982. Narrativa che farà lo stesso esattamente due mesi dopo, quando il terrorismo palestinese compirà l’attentato alla sinagoga Maggiore di Roma, dove verrà ucciso Stefano Gaj Taché di soli due anni e verranno ferite 41 persone.

Gli attacchi presentano modalità simili, che nell’ultimo anno hanno portato le procure di Parigi e Roma a infittire le comunicazioni per indagare se il gruppo di fuoco dei due attentati sia lo stesso.

I terroristi palestinesi hanno sempre goduto di estrema mobilità in Europa negli Anni 70 e almeno per metà di quelli 80.

Una mobilità che il generale e politico d’Israele Moshé Dayan commentò così:

“Su centodieci terroristi (palestinesi) finora catturati in tutto il mondo, 70 sono stati rilasciati entro breve tempo. Non sappiamo a quanto ammonta il riscatto che è stato pagato ne quali accordi alla luce del sole o sottobanco i vari stati abbiano preso con loro”.*

 

* “Salvate Aldo Moro” di Francesco Grignetti (pag. 21-22)

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