Statale di Milano, salta convegno su Israele le minacce propal

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Statale di Milano, salta convegno su Israele le minacce propal

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È saltato il convegno su Israele all’Università Statale di Milano in programma il 7 maggio.

Le motivazioni vanno ricercate nelle minacce e intimidazioni arrivate alla volta del convegno, dei convegnisti e dell’università da parte di quei gruppi antisraeliani, collettivi e anarchici; che in un primo momento sembravano “controllabili”.

Poi, però, la Questura ha innalzato il livello di pericolosità da “alto” ad “altissimo”. Da lì la decisione di annullare l’evento.

Perché gli antisraeliani patentati si sono mossi in maniera così veloce e feroce?

Semplice, perché il titolo della tavola rotonda era “Israele: storia di una democrazia sotto attacco. Terrorismo, propaganda e antisemitismo 4.0. La sfida all’occidente”, organizzato da Cristina Franco, presidente dell’Associazione Italia-Israele di Savona insieme all’associazione milanese Pro Israele di Alessandro Litta Modignani.

Il convegno si sarebbe dovuto aprire con i saluti del rettore, Elio Franzini, per poi proseguire con l’intervento di Hillel Neuer, direttore esecutivo di UN Watch; Marco Cuzzi della Statale, Alessandra Veronese dell’Università di Pisa, fino alla testimonianza di Alexandre Del Valle sulla Fratellanza musulmana in Europa.

L’evento prevedeva anche la proiezione del docufilm “NOVA” sul massacro commesso dai terroristi arabo-palestinesi di Hamas al Nova Festival lo scorso 7 ottobre.

Troppo per i propal di casa nostra. Troppo per quegli antagonisti di Israele che da anni tengono sotto scacco Milano.

Non si può parlare bene dello Stato ebraico. Non si può dire che sia l’unica democrazia dell’area. E soprattutto non si possono far vedere gli israeliani come vittime.

Perché a prescindere da come la si pensi sulla questione tra Israele e arabo-palestinesi, è incontrovertibile che il 7 ottobre gli israeliani siano stati vittime.

Vittime della barbarie capeggiata da Hamas, che dopo quell’azione terroristica ha trovato consensi nei più svariati ambienti.

Ma tenete bene a mente. La sorte degli arabo-palestinesi sta a cuore a pochi, perché il motivo di tanto finto buonismo è solamente uno: l’antisemitismo.  

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