Milano, Brigata Ebraica tra applausi e aggressioni

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Storia

Milano, Brigata Ebraica tra applausi e aggressioni

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Un mare di bandiere gialle, azzurre e bianche, i colori della bandiera della Brigata Ebraica hanno sfilato nel Corteo del 25 Aprile, Festa della Liberazione a Milano.
Bella Ciao, Evenu Shalom Alechem, tutti insieme per la pace, cantavano in nome di una libertà conquistata. Onorando il ricordo dei 5000 ebrei appartenenti al corpo della Brigata Ebraica che contribuirono a liberare l’Italia dal nazifascismo. La bandiera della Brigata Ebraica che divento’ pochi anni dopo la bandiera dello Stato di Israele come ogni anno viene sventolata con orgoglio da chi non dimentica e non vuole dimenticare cio’ che quella stella gialla su quella bandiera rappresenta.
Molti gli applausi al suo passaggio, esempio di una Milano che non dimentica e che vuole far sentire il suo calore ed il suo appoggio a quella Brigata, i cui vessilli pero’ sono ancora oggi oggetto di aggressioni e diffamazioni.

Ad attendere la Brigata Ebraica in Piazza San Babila come ogni anno , militanti filopalestinesi, che con volto coperto urlavano come pazzi, come ogni anno questi predicatori di odio sfruttano la data del 25 Aprile e la causa palestinese per gettare odio sulla Brigata Ebraica e sullo Stato di Israele.
” Sionisti fuori dal corteo” , ” nazisionisti” ” assassini” queste le parole urlate da chi ogni anno si apposta con l’unico scopo di fomentare odio verso ebrei ed Israele in Piazza San Babila, nota Piazza dalla tradizione fascista.

In coda al Corteo anche il movimento del BDS ( Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni) contro lo Stato di Israele. Ci chiediamo quale significato abbia la presenza al corteo, simbolo della Liberazione, un movimento che boicotta uno Stato intero, unico stato peraltro in Medio Oriente in cui i diritti umani dei musulmani, ebrei e cristiani vengono rispettati.
Un 25 Aprile, quello della Brigata Ebraica tra applausi calorosi della città e aggressioni ignobili, il tutto tenuto separato da un cordone di protezione, che ci ricorda tristemente che in realtà non siamo ancora davvero Liberi.

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