Una confederazione Israele-Palestina? Martin Schulz contraddice la politica UE per il Medio Oriente

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Una confederazione Israele-Palestina? Martin Schulz contraddice la politica UE per il Medio Oriente

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Non più soluzione a due Stati ma una “confederazione”. E’ questa l’idea di Martin Schulz, Presidente del Parlamento Europeo, sebbene sia in contrasto con la politica ufficiale dell’Unione Europea. In un discorso pronunciato a Dusseldorf la scorsa settimana Schulz ha affermato che “la pace in Medio Oriente è possibile solo se l’origine di tutti i conflitti, quello fra israeliani e palestinesi, sarà risolto ed entrambi i popoli vivranno in pace in due Stati o in una confederazione.”

Al momento non è chiaro cosa significasse per Schulz il termine confederazione. In tedesco la parola staatenbund indica una lega di Stati in cui ognuno di essi conserva piena sovranità. Fino ad oggi la politica ufficiale dell’Unione Europea è sempre stata basata sulla soluzione a due Stati, la stessa Federica Mogherini, massimo esponente della diplomazia UE, lo aveva ribadito durante gli incontri con Netanyahu e Abbas di questo mese. Nel mese di Luglio i Ministri degli Esteri dei 28 paesi membri avevano ribadito il loro impegno alla creazione di uno Stato palestinese indipendente e indicavano la soluzione a due Stati come l’unica alternativa possibile.

Schulz è stato premiato a Dusseldorf per il suo impegno per la pace in Medio Oriente da una ONG tedesca fondata nel 2006 dall’ex Presidente delle Comunità Ebraiche Tedesche Paul Spiegel. Durante la premiazione Schulz ha inoltre affermato che il livello di violenza in Israele è diventato incontrollabile a causa della poca influenza sulle popolazioni dei due leader Netanyahu e Abbas. Secondo il Presidente del Parlamento Europeo Israele ha il diritto di difendere i suoi cittadini dagli attentati terroristici ma deve garantire che venga rispettato il principio di proporzionalità e deve avere la consapevolezza che la pace e la sicurezza dell’intera regione dipendono dalla creazione di uno Stato palestinese.

Già nel Febbraio 2014 Schulz aveva rischiato di causare un incidente diplomatico quando parlando alla Knesset aveva accusato Israele di limitare le risorse idriche consumabili dai palestinesi basandosi esclusivamente sulla testimonianza di un giovane palestinese incontrato a Ramallah due giorni prima. In quell’occasione diversi membri del Parlamento israeliano lasciarono la sala in segno di protesta e Netanyahu accusò Schulz di “ascolto selettivo”.

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