Torino Danza, scoppia il caso: Brian Eno toglie la musica al coreografo israeliano

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David Spagnoletto
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Torino Danza, scoppia il caso: Brian Eno toglie la musica al coreografo israeliano

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BDS contro Israele. Ancora una volta, come sempre… In questa occasione  il movimento Boicottaggio Disinvestimento e Sanzioni nei confronti del governo di Gerusalemme si è manifestato per l’inaugurazione di Torinodanza, il festival di danza in programma fino al 3 novembre. In un primo momento lo spettacolo di apertura del coreografo israeliano Ohad Naharin, “Tre”, avrebbe dovuto essere accompagnato dalle musiche di Brian Eno. Avrebbe dovuto, perché l’artista britannico si è rifiutato di concedere i diritti del suo brano. Motivo? Lo spettacolo è sponsorizzato dall’ambasciata israeliana.

Eno ha scritto una lettera durissima a Naharin e alla compagnia, nella quale ha detto di essere onorato, ma di non poter far utilizzare la sua musica per uno spettacolo il cui sponsor è lo Stato ebraico, denunciando un “grave conflitto interiore”:

Sostengo la campagna BDS da ormai diversi anni, questa è una possibilità inaccettabile per me. Spesso chi si oppone al BDS dice che l’arte non dovrebbe essere utilizzata come arma politica. Tuttavia, dato che il governo israeliano ha reso piuttosto evidente di utilizzare l’arte esattamente in tal senso – per promuovere il Brand Israele e per distogliere l’attenzione dall’occupazione delle terre palestinesi – ritengo che la mia decisione di negare l’autorizzazione sia un modo per togliere questa particolare arma dalle loro mani.

L’artista di Woodbridge, è anche firmatario, assieme ad altri 1700 colleghi in Gran Bretagna, della dichiarazione “Artisti per la Palestina”, impegnati a non intrattenere alcuno tipo di rapporto con Israele.

L’organizzazione di Torinodanza non è entrata nella polemica e per bocca del direttore Gigi Critoforetti ha fatto sapere:

E’ un dialogo tra loro, Eno ha fatto bene se in coscienza non se la sentiva. Però la nostra scelta di invitare uno spettacolo bellissimo non è in alcun modo politica. E’ pura arte e dentro un teatro la politica non deve entrare, al di là delle opinioni personali di ciascuno, che vanno sempre rispettate.

La coreografia di “Tre” era stata creata su musiche di Bach, le celebri Variazioni Goldberg e il secondo atto avrebbe dovuto essere incentrato su un pezzo del produttore di Sua Maestà, che è stato sostituito con ”Humus” di Ohad Fishof.

Una sostituzione che va contro Israele e soprattutto contro tutti gli amanti della musica, della danza e della cultura nel suo complesso. Perché boicottare la cultura significa boicottare sé stessi.

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