Nel municipio di Belluno è posta targa antisemita del 1519

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Nel municipio di Belluno è posta targa antisemita del 1519

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Una targa in bronzo che inneggia alla cacciata degli ebrei dalla città di Belluno è al centro del dibattito politico della città.

Una storia che in parte deve essere ancora raccontata. L’oggetto risalente al 1519 ricorda l’espulsione della comunità ebraica agli inizi del 16esimo secolo e venne collocata nella sala della Giunta nel 1938 da “zelanti fascisti bellunesi” sull’orlo del delirio antiebraico di Mussolini dopo la promulgazione delle leggi razziste nello stesso anno, come ha ricordato Marco Perale, studioso di storia bellunese e già assessore alla cultura della città, che ha scoperto il significato della targa, che celebra l’allora primo pretore di Belluno, Marco Miani:

“Ecco le tue insegne di bronzo ma se avessero dovuto esserti date convenienti ai tuoi meriti, avrebbero dovuto essere d’oro: che sotto il tuo governo se ne andarono gli ebrei, la miseria, le contese, e la pace e la religione ritornarono in Agordo e in Zoldo. I bellunesi posero nell’anno 1519”.

Lo stesso Perale ha raccontato:

“Al termine della lunga e sanguinosa guerra condotta dalla Lega di Cambrai contro la Repubblica di Venezia, che sconvolse la provincia di Belluno dal 1506 al 1513, dopo la pace di Noyon-Bruxelles del 1518 la Serenissima attuò nei rettorati di confine della Terraferma una sorta di pulizia etnica ante litteram, espellendo da Belluno sia la comunità tedesca che da secoli vi abitava, sia la comunità ebraica, in quanto appartenente alla componente askenazita originaria dai territori di lingua tedesca”.

Un ordine del giorno impegna sindaco e Giunta ad:

“Attuare un gesto di grande valore simbolico, rimuovendo la targa di bronzo del 1519 dall’offensiva collocazione decisa nel 1938 e questo non solo per la dignità che la figura del sindaco, della sala giunta e dell’intero municipio meritano ma soprattutto per le ragioni abbiette che ne avevano deciso l’attuale posizionamento in ossequio alle leggi razziali”.

La risposta del sindaco di Belluno, Oscar De Pellegrin, è comparsa su Il Dolomiti:

“Quella targa è un simbolo, eventuali provvedimenti devono trovare un’ampia condivisione. La storia è composta, infatti, anche da fatti non belli e non va cancellata”.

Trovare un’altra “casa” per la targa non significherebbe cancellare un fatto non bello.

Significherebbe farla uscire dalla dimensione della politica per farla entrare in quella della storia.

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