Maria de Belem, candidata alla Presidenza in Portogallo, ha manifestato il suo supporto per l’iniziativa legislativa che reintegrerebbe a distanza di anni un capitano dell’esercito perseguitato perché ebreo.

Si tratta di Arthur Carlos de Barros Basto, deceduto nel 1961, definito dalla Comunità Ebraica di Porto l’Alfred Dreyfus portoghese, un riferimento al militare francese condannato per spionaggio la cui vicenda ha ispirato il moderno sionismo.

L’iniziativa è partita proprio dalla Comunità Ebraica di Porto il 27 Ottobre scorso con una lettera indirizzata al Parlamento portoghese in cui veniva proposta una bozza per la reintegrazione di Barros Bastos al grado di colonnello. La de Belem, ex leader del partito socialista che si candiderà alle elezioni del prossimo anno, ha dichiarato di essere favorevole alle richieste della Comunità definendo il tentativo di reinserire Barros Bastos nei ranghi dell’esercito “un atto di giustizia e un dovere”.

Nel Portogallo degli anni ’30 il dittatore Antonio de Oliveira Salazar promuoveva un cattolicesimo conservatore e il nazionalismo. Salazar vedeva un nemico in Barros Bastos che si era prefisso l’obiettivo di fondare una Comunità Ebraica raccogliendo i discendenti degli Anusim, gli ebrei che furono costretti ad abiurare la loro religione per via delle persecuzioni religiose nate nel sedicesimo secolo con l’Inquisizione portoghese. Dopo aver circonciso un uomo Barros Bastos fu accusato di violenza sessuale e venne congedato con disonore dall’esercito in cui si era distinto per le sue capacità.

La Comunità Ebraica di Porto ha sottolineato che si opporrà a qualsiasi risoluzione che non preveda la completa reintegrazione di Barros Bastos scartando così l’ipotesi di una soluzione simile a quella concessa alle altre vittime di persecuzioni nell’esercito durante il regime di Salazar.