Non è la prima volta che la Spagna prova a scusarsi per l’Inquisizione

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Yoseph Fatucci
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Storia

Non è la prima volta che la Spagna prova a scusarsi per l’Inquisizione

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Yoseph Fatucci

 

Il professore Devin Naar sta rapidamente diventando il custode delle memorie di vite delle comunità sefardite del Nord-ovest europeo. “La mia famiglia è emigrata dalla Spagna in Portogallo nel 1492, dove sembra siano stati battezzati nel 1496” ha raccontato il professore “Sono scappati dall’ inquisizione portoghese nel 1530 e si sono stabiliti a Salonicco, che farà poi parte dell’ Impero Ottomano, fino al 1920, quando mio nonno si è trasferito negli Stati Uniti.”

Tuttavia con le recenti leggi approvate da Spagna e Portogallo che cercano di concedere la cittadinanza agli ebrei sefarditi perseguitati ed espulsi secoli fa, Naar e migliaia di ebrei sefarditi stanno riflettendo sul significato della nuova normativa, valutando se accettare l’ offerta delle due nazioni. Il giovane professore è un’ enciclopedica fonte di informazioni sulle comunità sefardite. Naar, nato e cresciuto nel New Jersey, presiede attualmente il programma di studi sulle comunità sefardite all’ Università di Washington. Sta inoltre guidando la “Sephardic Studies digital library and museum”, un progetto unico nel suo genere documentato da cinquecento libri contenenti testimonianze e migliaia di rari documenti storici, molti provenienti da famiglie di Seattle.

Comunque, spiega Naar, l’ offerta di oggi della Spagna fa eco a offerte simili iniziate circa due secoli fa. All’ epoca, centinaia di ebrei sefarditi viventi nella diaspora accettarono l’ offerta. Ancora, all’ inizio del ventesimo secolo la Spagna ha offerto ai suoi ex cittadini ora lontani la possibilità di tornare a casa. “Nel 1920 ci fu l’ opportunità per gli ebrei sefarditi di diventare cittadini spagnoli” racconta Naar “la Spagna emanò formalmente un decreto nel 1924.”
La Spagna pretende che la richiesta venga eventualmente presentata entro tre anni, con una possibile proroga di un anno. Richiede inoltre che i nuovi aspiranti cittadini superino un test di lingua spagnola. Il Portogallo invece non pone limiti di tempo per la presentazione della richiesta, ma richiede ai candidati di dimostrare la residenza ancestrale nel paese prima del 1492.

Entrambe le nazioni richiedono ai candidati di ottenere i documenti che dovranno essere poi autenticati dalle autorità competenti, religiosi e non religiosi. Alcuni credono che tutto questo sarà ritenuto eccessivo da molti ebrei.
Per il Rabbi Marc Angel, un rabbino ortodosso nato a Seattle e emerito della congregazione Shearith Israele, una storica sinagoga spagnola e portoghese a New York, è semplicemente troppo poco dopo cinquecento anni. Il difficile processo di richiesta non fa altro che aumentare il torto già subito secoli fa.

“Non ho assolutamente interesse in un passaporto spagnolo, e vedo questa offerta più come un gesto di pubbliche relazioni che come un tentativo di espiare ciò che successe nel 1492.” Ha detto Angel. “Io non ho visto molto interesse da parte dei Sefarditi nell’ ottenere il passaporto spagnolo. Ho solo avuto alcune richieste di scrivere una lettera di raccomandazione, e ho sentito da alcune persone che parte del Sud America è interessato. Tuttavia da quello che ho letto, la Spagna è uno dei paesi più antisemiti d’ Europa; la reale espiazione dovrebbe passare dalla pulizia dell’ antisemitismo nel paese.”

Ad oggi, sia la Spagna che il Portogallo continuano a subire gli effetti della recessione che scosso le loro economie circa tre anni fa. Naar infatti non esclude che ci sia una motivazione economica dietro le ultime leggi sulla cittadinanza. “Non lo so” dice il professore “è un grande dibattito: alcune persone pensano sia un momento di riconciliazione e giustizia, altre hanno paura che vista la brutta situazione economica spagnola per ottenere la cittadinanza verranno aggiunte tasse aggiuntive”. Il rabbino Ron-Ami Meyers, membro di un’ importante congregazione sefardita pensa che siamo solo all’ inizio di tutto questo, anche se non perdona al governo spagnolo di essersi dimenticato di questa questione per troppo tempo. Doreen Alhadeff invece, membro della comunità sefardita di Seattle, afferma che consegnerà tutti i documenti necessari per il rilascio della cittadinanza per lei e i suoi figli il prima possibile. “Ora hanno capito che secoli fa fecero la cosa sbagliata” analizza Alhadeff “ma stanno cercando di scusarsi per uno storico torto. Ora è un luogo diverso da come era allora. Questo avvenimento è come una rinascita per il popolo sefardita.”

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