Il leader dell’ala politica di Hamas, Khaled Mashaal, ha dichiarato al quotidiano di Londra in lingua araba al-Araby al-Jadeed che l’organizzazione terroristica palestinese e Israele stanno cercando di mettere a punto una tregua a lungo termine. Secondo Mashaal i negoziati starebbero procedendo in maniera positiva ma un accordo è ancora lontano dall’essere raggiunto.

I punti su cui verte la discussione sarebbero cinque: la ricostruzione della Striscia di Gaza, la rimozione del blocco per l’enclave palestinese con la conseguente riapertura dei suoi confini, la soluzione alla crisi occupazionale che sta colpendo circa cinquantamila palestinesi, la costruzione di un porto e di un aeroporto e la messa a punto di un sistema di infrastrutture che assicuri ai territori acqua ed elettricità. Mashaal ha aggiunto che la tregua non è una necessità impellente e che la resistenza continuerà finché ci sarà l’occupazione sebbene Hamas non voglia iniziare una nuova guerra.

La notizia di una possibile tregua rimbalza sui media arabi e palestinesi da circa due settimane. Israele ha smentito queste voci e l’ufficio del Primo Ministro ha dichiarato che nessuna iniziativa diplomatica è stata approvata da Netanyahu. Le dichiarazioni di Mashaal cozzano anche con quelle rilasciate dall’ex Primo Ministro di Hamas Ismail Haniyeh che si è detto contrario a qualsiasi soluzione che crei una separazione fra Gaza e la West Bank e che una Striscia di Gaza indipendente sarebbe inaccettabile perché comprende solo il 2% dei territori reclamati, ovvero Israele Gaza e West Bank combinati.

A dare credito a Mashaal ci ha pensato il funzionario di Hamas Ahmed Youssef che ha affermato al giornale arabo al-Hayat che la bozza della tregua è stata preparata da Tony Blair, l’ex inviato del Quartetto di pace per il Medio Oriente. Inoltre Youssef ha aggiunto che è previsto un incontro in Egitto fra una delegazione di Hamas ed esponenti dell’Egitto, della Turchia e del Qatar per discutere della bozza proposta da Blair.