Marijuana kosher ma solo per scopo terapeutico

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Mario Del MonteEditor
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Cultura

Marijuana kosher ma solo per scopo terapeutico

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Gli ebrei ortodossi degli Stati Uniti saranno felici di sapere che la marijuana sarà presto considerata kosher, ovvero permessa per le leggi alimentari degli ebrei. Rav Moshe Elefant, capo dell’unione ortodossa per la certificazione kosher, aveva in passato rifiutato l’autorizzazione a certificare le sigarette per i rischi per la salute connessi al fumo ma, a causa delle recenti ricerche scientifiche che dimostrano i benefici terapeutici nell’utilizzo in campo medico, darà il via libera alla produzione di cannabis kosher.

Rav Elefant ha spiegato di aver già intrattenuto una serie di colloqui con alcune compagnie interessate a ottenere il timbro di certificazione per la marijuana medica. “Così come vengono dati certificati per tutti i prodotti medici, dopo un’attenta valutazione degli ingredienti, è possibile certificare come kosher la cannabis in via di principio ma deve essere tassativamente usata a scopo terapeutico e in paesi dove la legge lo permette.”

Visto che per ottenere il timbro è necessario che venga distribuita in paesi dove è legale, la cannabis kosher avrà come mercato principale gli Stati Uniti d’America dove da un paio d’anni è in corso una vera e propria rivoluzione sociale e legale. La maggior parte dei singoli Stati ha già approvato l’uso per ragioni mediche mentre altri hanno autorizzato anche l’uso ricreativo.

In termini di legge ebraico-ortodossa non ci sono grandi problemi di kasherut per la marijuana visto che è una pianta ma ci sono alcune distinzioni nelle varie tradizioni: gli Ashkenaziti, originari dell’est europa, ad esempio la considerano un legume perciò durante la festa di Pesach, la Pasqua ebraica, non è possibile consumarla; anche i Sefarditi, originari della Spagna, la considerano un legume ma la loro tradizione gli permette di consumarla anche durante Pesach.

Sull’argomento si è espresso anche Ephraim Zelmanowicz, capo rabbino della città israeliana di Mazkeret Batya e autore del libro “Alcolismo e droga nell’ebraismo”. Zelmanowicz ha affermato che già in passato l’uso della cannabis era permesso per scopi medici e ha lanciato un appello a tutti quei dottori che vorrebbero imporre dei limiti chiedendo di rivedere la questione soprattutto per i pazienti malati di cancro o di altre malattie che comportano gravi sofferenze fisiche. Nonostante questo ha voluto però ribadire la sua netta opposizione nei confronti dell’uso per scopi ricreativi sia della marijuana che dell’alcol. E’ importante notare come però la condanna verso le sigarette sia comune a tutte le comunità ebraiche in quanto un comandamento biblico specifica chiaramente che ogni uomo debba proteggersi da qualsiasi rischio per il corpo e proprio in questa ottica si posiziona anche la proibizione della cannabis a scopo di divertimento.

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