Iran, il presidente Ebrahim Raisi mette in dubbio la Shoah e attacca Israele

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Il presidente dell’Iran Ebrahim Raisi ha messo in dubbio la Shoah, la cui veridicità andebbe appurata “da ricercatori e storici”. 

Intervistato a “60 Minutes”, un programma dell’emittente televisiva americana CBS, Raisi ha provato a riscrivere una delle vicende più atroci dell’umanità: 

“Gli eventi storici dovrebbero essere indagati da ricercatori e storici. Ci sono alcuni indizi che indicano che è avvenuto, quindi si dovrebbe permettere di indagare”. 

Raisi ha anche puntato il dito contro Israele, definendolo “un falso regime”:

“Il popolo palestinese è una realtà ed è stato costretto a lasciare la propria casa nella madrepatria e gli americani sostengono un falso regime che si è stabilito proprio lì”.

Immediate le reazioni del mondo ebraico e non solo. 

Il Primo Ministro israeliano, Yair Lapid, ha postato su Twitter una serie di immagini della Shoah accompagnate da due semplici ed eloquenti parole: “Some signs” (alcuni segni).

Duro il commento del capo di stato maggiore delle Forze di Difesa israeliane Aviv Kohavi, in visita ad Auschwitz:

“Non devi essere uno storico o un ricercatore per comprendere gli orrori della Shoah, basta che sei un essere umano. Chiunque menta e neghi la dolorosa e solida verità della storia mente facilmente oggi e naturalmente mentirà in futuro. E questo è un ulteriore promemoria del fatto che a questa gente non deve essere consentito possedere nessuna capacità di alcun tipo di sviluppare armi di distruzione di massa”.

Il presidente dello Yad Vashem, Dani Dayan, ha detto che le affermazioni di Raisi “sono inverosimili, deliranti, pericolose e condannabili”: 

“Slogan antisemiti come questo non dovrebbero essere pronunciati e, se vengono pronunciati, dovrebbero essere accolti da un muro di fatti e testimonianze da parte di persone morali di tutte le parti, in modo da non permettere la negazione o la distorsione della storia”. 

L’ambasciatrice degli Stati Uniti per la lotta all’antisemitismo Deborah Lipstadt ha affermato che quanto detto da Raisi è “una forma di negazionismo della Shoah e dunque una forma di antisemitismo”. 

Quando siamo costretti a scrivere simili assurdità sulla Shoah, il pensiero non può che andare all’allora generale Dwight D. Eisenhower che appena visti gli orrori dei campi di sterminio disse: 

“Che si abbia il massimo della documentazione possibile – che siano registrazioni filmate, fotografie, testimonianze – perché arriverà un giorno in cui qualche idiota si alzerà e dirà che tutto questo non è mai successo”. 

Eisenhower non sbagliava…

 

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