Post social antisemiti e razzisti, sospeso segretario di Fratelli d’Italia di Potenza

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Post social antisemiti e razzisti, sospeso segretario di Fratelli d’Italia di Potenza

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Il segretario di Fratelli d’Italia di Lavello (Potenza), Antonio Di Vietri, è stato rimosso dal suo incarico dal responsabile nazionale organizzazione del partito della Meloni, Giovanni Donzelli.

Il provvedimento è stato preso a causa di alcuni post social razzisti e antisemiti pubblicati da Di Vietri nel 2014. Non solo, perché il diretto interessato non ha ritenuto opportuno togliere “fascio” dal suo profilo di Instagram e togliere alcuni post su Facebook in cui si elogiavano Mussolini e Hitler, che ha iniziato la “grande derattizzazione” contro “l’artiglio della grande usura della banca ebraica”.

Un passato digitale che non ha bisogno di altre presentazioni, se non quella dello stesso Di Vietri che nove anni fa scriveva:

“Sono razzista, sono patriota, sono nazionalsocialista, sono fascista, sono nazista, sono stanco di vedere tante ingiustizie nei confronti degli italiani. Fuori dalle balle gente di m…a. Infangano il nostro Bel Paese. Parassiti, pidocchioni, ladri, assassini, stupratori, ubriaconi, siete la feccia del genere umano. Un solo posto è adatto per voi ed è molto caldo”.

Un’allusione alle camere gas, tanto care a quel Fuhrer meritevole di parole come queste:

“30 gennaio 1933. Ottant’anni fa Adolf Hitler diveniva cancelliere del Reich. Quella stessa sera, le sue truppe d’assalto sfilarono in parata alla luce delle torce. La Germania tornava a essere libera! In quel giorno, dalle centrali dell’Alta Banca ebraica, disseminate ovunque, si alzò un urlo di disperazione: decine di milioni di tedeschi erano state liberate dall’artiglio della Grande Usura. Da allora in poi non sarebbe stato più possibile creare moneta dalla moneta, cioè “credito” dal debito. Da allora in poi, piccoli e grandi parassiti dei lavoratori e dei pensionati tedeschi avrebbero cominciato a sciamare fuori dalla rinata Germana. Era iniziata la grande derattizzazione”.

Antonio Di Vietri si è difeso etichettando i post incriminati come ironici e sostenendo di averli scritto in risposta a chi lo additava come razzista.

Ironia, ahinoi, non pare appartenere a tutti…

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