Ultrà di estrema destra a Roma, la manifestazione finisce in guerriglia

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Daniel Clark
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Ultrà di estrema destra a Roma, la manifestazione finisce in guerriglia

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La manifestazione di estrema destra andata in scena a Roma è sfociata in una vera e propria guerriglia urbana. Petardi, insulti e gli immancabili saluti romani hanno fatto da sfondo a una lite fra gli stessi partecipanti, che ha mostrato uno dei lati oscuri della protesta.

Ma andiamo con ordine.

Siamo alla fine di maggio e gli organizzatori neofascisti de “I ragazzi d’Italia”, sigla in cui è stata racchiusa la protesta degli ultrà di estrema destra, si presentano in questura per chiedere l’autorizzazione alla manifestazione. La richiesta di Forza Nuova è di esprimere il proprio dissenso a Piazza del Popolo, molto prossima a Palazzo Chigi, contro cui, almeno ufficialmente, si rivolge la protesta per la gestione della pandemia.

Le forze dell’ordine rispediscono la richiesta al mittente neofascista che si “accontenta” del Circo Massimo, antico circo della città, dedicato alle corse di cavalli e dove sarebbe avvenuto il mitico episodio del ratto delle Sabine.

Ci sono alcune prescrizioni a cui attenersi, una delle quali è l’obbligo di manifestazione statica per rispettare le norme anti-assembramento legate all’emergenza sanitaria in corso, che come si è già capito non sono state rispettate.

Anche gli organizzatori si sono dati delle norme da rispettare, una fra tutte: non parlare coi giornalisti, che vengono relegati ai margini della protesta.

Una norma interna disattesa da un estremista di destra, Simone Carabella, che nel mezzo di una “intervista” viene preso a schiaffi da Giuliano Castellino, leader di Forza Nuova.

Il tafferuglio tra i due accende gli animi e di lì a poco, la manifestazione diventa una guerriglia urbana, con lancio di petardi e fumogeni contro la polizia. Attimi di fuoco in cui bidoncini del vetro riempiti con numerose bottiglie di birra all’interno vengono trasformati in armi da lancio.

Il tentativo degli organizzatori di ripristinare la calma dura lo spazio di pochi minuti, perché la zona diviene in brevissimo tempo teatro di nuovi scontri. Ricordare il Duce non basta per tornare alla finta coesione iniziale. Ormai è il caos.

Il bilancio degli scontri è di due arresti e tredici fermi.

Cosa rimane di questa manifestazione?

Che l’estremismo di destra sta pericolosamente rialzando la testa. Che le tifoserie di estrema destra in Italia badano più alla ribalta politica che a quella calcistica. Che gli scontri fra gli stessi manifestanti sono la prova di una guerra interna, che vuole sfruttare il malcontento di molti cittadini per occupare lo spazio lasciato vuoto dalle istituzioni dopo i mancati aiuti per fronteggiare la crisi economica post pandemia.  

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