Tunisia, minacce di morte a cantante per aver duettato con un israeliano

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Tunisia, minacce di morte a cantante per aver duettato con un israeliano

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La pace con Israele non si può cantare. Men che meno cantarla con un israeliano. È l’estrema sintesi di una vicenda che ha visto protagonista Noamane Chaari, un artista tunisino minacciato di morte e licenziato per aver caricato sul web il video di una canzone registrata con Ziv Yehezkel, musicista israeliano di padre iracheno e madre marocchina.

La canzone parla del mare, degli ulivi, di Tunisi e, per l’appunto, di pace e di Gerusalemme, la capitale israeliana. Una colpa da pagare con il licenziamento e con le minacce di morte.

Una canzone che sta costando cara a Chaari che ha detto all’Obs:

“Sono stato accusato di spionaggio e tradimento. Alcuni media hanno deliberatamente cercato di inimicarmi l’opinione pubblica tunisina, invocando la violenza contro di me”.

Un attacco trasversale quello subito da Chaari sia dal mondo politico tunisino, sia dal mondo artistico. Il sindacato Ugtt (Unione Generale Tunisina del Lavoro), per esempio, ha usato parole sprezzanti per lui e per il suo gesto di creare idealmente un ponte con lo Stato ebraico.

Quello stesso sindacato che è uno dei componenti del Quartetto per il dialogo nazionale tunisino, che nel 2015 ha vinto il Nobel per la Pace: verrebbe da chiedersi quali siano i criteri di assegnazione del massimo riconoscimento mondiale per la pace.

Chaari non è stato sostenuto neanche dal sindacato dei professionisti della musica, affiliato proprio all’Ugtt, che ha etichettato il video con Yehezkel come “provocazione contro il popolo tunisino e tutto il popolo arabo”. 

Noamane Chaari è stato oggetto di attacchi anche a mezzo social, soprattutto, a suo dire, arrivati da un gruppo Facebook tra i cui membri ci sono diversi giornalisti tunisini. Dalla sua pagina ufficiale riceve messaggi privati di questo genere: “Morirai come tuo padre”.

A chi gli ha detto “Hai cantato con un israeliano e non chiedi scusa? Tutti gli artisti tunisini ti boicotteranno. Nessuno lavorerà più con te”, Chaari ha risposto “Perché dovrei scusarmi? Non ho fatto niente di male”. 

In un mondo normale, quanto fatto da Noamane Chaari dovrebbe essere ritenuto un gesto comune, usuale. E invece il cantato tunisino è stato minacciato di morte perché una parte del mondo arabo non vuol sentire parlare di pace con Israele.

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