La strage dello Sri Lanka e le fake news

Ugo Volli
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Terrorismo

La strage dello Sri Lanka e le fake news

Terrorismo
Ugo Volli
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terrorismo-sri-lanka-strage-progetto-dreyfusUna nuova categoria politica è nata, quella di “terrorismo religioso”. E’ comparso nella prima pagina del “Corriere della Sera” (per esempio qui) e della “Stampa” online, come pure negli articoli di molti giornali italiani e stranieri, in riferimento alla strage dello Sri Lanka, probabilmente la più terribile da quella delle Twin Towers del 2001. L’origine è probabilmente una dichiarazione Governativa, che ha molto senso in Sri Lanka, perché fino a dieci anni fa nel paese c’è stata una dura guerra civile, dovuta però non a ragioni “religiose” bensì etniche, essendo condotta dalla minoranza Tamil.

Nel resto del mondo invece questa definizione non dice nulla. Che cos’è un terrorismo “religioso”? Chi sono i “religiosi” che sparano a gente che non conoscono e che non gli ha fatto niente? C’è una “religione” unica al mondo a condurre questi crimini per cui questa definizione si applica a chiunque creda in qualche divinità e pratichi qualche rito? La colpa è della “religione” contrapposta alla scienza, o all’arte? Evidentemente no, dire “terrorismo religioso” significa NON dire chi sono stati davvero i colpevoli di questo terribile assassinio di massa, gli stessi che hanno compiuto la quasi totalità degli atti terroristici nel mondo da decenni.

Mentre la Stampa semplicemente non parla degli autori degli attentati, il Corriere applica una strategia d’occultamento più sofisticata: che essa sia consapevole si vede dalla scrittura dell’articolo che ho citato (ma quasi tutti gli altri giornali italiani non si comportano differentemente).  Prima si descrive la strage, poi si dice che ci sono 24 arresti senza fare il loro nome:

“Ventiquattro persone sono state arrestate nell’ambito delle indagini sugli attacchi: la pista seguita, secondo quanto dichiarato dal governo, è quella del terrorismo di matrice religiosa. Lo Sri Lanka è un Paese a maggioranza buddista: il 70 per cento della popolazione è seguace dell’antica scuola Theravada, ma i cristiani con il 7,4 per cento rappresentano la terza minoranza dopo indù (12,6%) e musulmani (9,7%).”

Chi saranno i “religiosi coinvolti fra queste diverse popolazioni?  Lo si viene solo in fondo all’articolo, sotto un titoletto anodino:

“Ma il capo della polizia dello Sri Lanka aveva emanato un’allerta a livello nazionale 10 giorni fa segnalando il rischio di attentati kamikaze contro «chiese importanti». L’ufficiale, Pujuth Jayasundara, aveva segnalato la minaccia l’11 aprile, allertato da un servizio di intelligence straniero, secondo il quale il gruppo radicale islamico National Thowheeth Jama’ath (Ntj) stava «pianificando di compiere attacchi suicidi contro chiese importanti come pure l’alta commissione indiana a Colombo». Il gruppo radicale islamico Ntj è noto dall’anno scorso, quando era stato collegato ad una serie di atti vandalici contro simboli buddisti.”

La vera notizia è qui, con un’aggiunta che è del tutto omessa da questi articoli: i nomi dei capi del commando islamista che ha compiuto la strage. Si tratta di Abu Mohammed  e Zahran Hashim, quest’ultimo ben noto per i suoi violentissimi sermoni su You Tube. La notizia si trova sparsa per siti indiani, della radio belga di autorevoli giornali israeliani e di CNN (edizione indiana). Sono fonti che derivano evidentemente da informazioni ufficiali e risalgono a domenica pomeriggio (ora italiana), un giorno prima del silenzio dei giornali italiani.

Ma non se ne parla, o almeno non se ne parla subito, secondo una strategia mediatica di protezione dei crimini islamisti che è molto diffusa per crimini compiuti da immigranti islamici in Europa (e addirittura codificata dalle autorità in Germania e Svezia). Dopo qualche giorno, quando i delitti non faranno più notizia, si pubblicheranno (forse) i nomi. Quel che si vuol nascondere, per ragioni chiaramente politiche, è il legame fra islamismo e terrorismo e in particolare la guerra vera e propria che in tutto il mondo gli islamisti stanno scatenando ormai non solo più contro gli ebrei, ma anche contro i cristiani. Dalla Nigeria al Pakistan, dalla Siria allo Sri Lanka, fino alle chiese d’Europa, è una guerra condotta con metodi orribili, condotta con metodi orribili contro persone colpevoli solo di appartenere a un’altra fede. Il papa cerca di nasconderla e negarla, ma la sua estensione e violenza sta crescendo terribilmente, come mostra l’ultimo libro di Giulio Meotti.

E poi si permettono di predicare contro le “fake news” di Internet …

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