Bologna, arrestato bosniaco che finanziava cellule jihadiste nel suo paese

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Bologna, arrestato bosniaco che finanziava cellule jihadiste nel suo paese

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Un bosniaco di 52 anni è finito agli arresti domiciliari a Bologna, perché accusato di aver finanziato cellule jihadiste del suo paese, sia in prima persona che attraverso terzi, al momento fuori dalle indagini.

Indagini che sono state condotte dal Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri (Ros), e coordinata dalla Procura di Bologna – Dipartimento Antiterrorismo.

L’uomo è un artigiano titolare di una impresa individuale del settore edile e secondo gli inquirenti è “profilo ideologico-confessionale aderente a una visione radicale estremista dell’Islam” che, a quanto sembra dall’accusa, ha diversi legami con il suo paese d’origine.

Quella stessa Bosnia, come gran parte dei paesi del Balcani, che più volte è finita nelle indagini sul terrorismo islamico legato all’Italia.

Terrorismo islamico che è tornato a far paura all’Italia, che negli ultimi due anni ha realizzato diversi blitz per fronteggiare il fenomeno criminale.

Non c’è regione italiana che non sia stata interessata, confermando il nostro paese come luogo di passaggio e stazionamento per i terroristi jihadisti.

L’Italia, infatti, ha da sempre una posizione strategia nel Mediterraneo, che i militanti jihadisti utilizzano per arrivare in Nordafrica o nei Balcani.

Un pericolo per l’Italia, che sta monitorando con estrema attenzione in merito al jihadismo.

In proposito non va dimenticata l’audizione dell’estate scorsa dell’allora procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Federico Cafiero De Raho che, al Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen, di vigilanza sull’attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione, in merito alla gestione del fenomeno migratorio nell’area Schengen, parlò dei rischi “d’infiltrazione di elementi terroristici nei flussi migratori e di rientro di foreign fighters” in Italia:

“Riguardo ai foreign fighters partiti dall’Italia 56 sono deceduti, 34 rientrati in paesi di provenienza, di cui 11 solo in Italia e di questi 3 sono detenuti e 8 costantemente monitorati”.

Il terrorismo islamico è un serio pericolo per l’Italia.

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