Terrorismo islamico, a Brescia arrestato kosovaro già espulso nel 2015

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Terrorismo islamico, a Brescia arrestato kosovaro già espulso nel 2015

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Si chiama Ismail Imishti, il presunto terrorista arrestato a Brescia, che nel 2015 era stato espulso dall’Italia perché accusato di apologia di terrorismo. Presunto terrorista che con documenti falsi era riuscito a tornare nel nostro paese.

Ed è proprio questo particolare che è al vaglio degli inquirenti, che hanno arrestato Imishti, il quale si trovava nel comune di Castelcovati, in provincia di Brescia.

Come ha fatto a rientrare in Italia? È bastato un documento falso per eludere un provvedimento come quello di espulsione per apologia di terrorismo?

Ismail Imishti è stato processato per direttissima e collocato presso il Cpr in attesa del rimpatrio. Con lui, il fratello Qerim, che ha subito lo stesso provvedimento.

Imishti, come detto, era stato colpito da espulsione già nel 2015, quando assieme a un altro fratello – Samet – aveva mostrato idee vicine al radicalismo islamico.

Da allora si sono perse le sue tracce. Al momento non si sa quando le forze di polizia italiane siano tornate a incrociare il suo cammino, che per la legge italiana doveva essere fuori i nostri confini nazionali.

E invece, in quale modo, Imishti si è avvalso (forse) di quelle complicità che gli hanno permesso di lasciare il Kosovo e tornare in Italia.

Il Kosovo spesso ritorna in materia di terrorismo islamico, che già nel 2014 era stato fatto oggetto di indagine perché considerato una fucina di terroristi. Un paese dove ci sarebbero dei campi di addestramento a pochi passi dall’Italia che, per posizione geografica, è un ponte fra gli stati dell’ex Jugoslavia, quelli dell’Europa centrale e quelli del Nord Africa.

In estrema sintesi, anche se con schieramenti diversi, l’Italia si trova a rivivere la stessa situazione vissuta durante la Guerra Fredda. Un periodo storico dove nel nome di interessi internazionali, in Italia si sono giocate partite sopra la volontà dei nostri governi. A volte l’Italia è stata spettatrice interessata, altre volte ignara e altre ancora è stata costretta a far valere la ragion di Stato per non alterare equilibri politici ereditati dalla Seconda Guerra Mondiale.

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