Terrorismo, la nuova rete dell’Isis in Europa

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Terrorismo, la nuova rete dell’Isis in Europa

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Il terrorismo dell’Isis in Europa ha mostrato negli ultimi due anni la propria capacità di colpire in diversi luoghi e in diversi modi. Dagli obiettivi considerati sensibili a quelli che lo sono diventati una volta divenuti teatri di morte, con armi sofisticate o di fortuna. L’area considerata più attiva della rete del terrore è sempre stata quella franco-belga, ora, secondo i servizi di intelligence, si sarebbe delineato un nuovo asse: quello anglo-tedesco.

A far scattare l’allarme è stato la presenza di Salman Abedi a Dusseldorf, quattro giorni prima della strage al concerto di Ariana Grande. Gli investigatori sono convinti che l’attentatore di Manchester non abbia agito da solo e il suo passaggio in Nordreno Vestfalia non ha fatto che confermare i sospetti. Al momento non si sa per quanto tempo Abedi sia stato nella zona, considerata ad alto tasso di radicalizzazione e in cui nel novembre scorso erano stati arrestati cinque uomini importanti legati all’Isis, tra cui Ahmad Abdelaziz, ritenuto il “reclutatore numero uno in Germania”.

Anche se la rete terroristica che si estende in Belgio, Germania, Francia e Regno Unito non sembra avere una struttura ben definita, ha sicuramente molti punti di contatto. Le cellule smantellate hanno saputo rigenerarsi grazie a coloro che sono sfuggiti agli arresti e grazie ai terroristi di ritorno. I viaggi dal Califfato verso le nostre città stanno proseguendo sempre più: foreign fighter selezionati stanno facendo ritorno col chiaro intento di seminare il terrore.

Secondo l’analisi dell’Atlantic Council, i terroristi dell’Isis si dividono in tre categorie. Quelli che agiscono tra Siria e Iraq per unirsi ad altri gruppo jihadisti; quelli, sempre di origine asiatica o araba, da spedire in Egitto, Tunisia, Libia e Pakistan, paesi “a rischio”, in cui Daesh ha l’obiettivo di costruire nuovi gruppi e quelli “operativi”, addestrati per colpire l’Europa.

Europa che ha aumentato i controlli alle frontiere, che i capi dell’Isis cercano di aggirare sostituendo spostamenti fisici con una figura che attraverso la Rete si occupa della ricerca e della formazione di futuri terroristi, pronti a colpire i cittadini

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