Addio a Simone Veil, un esempio per tutti

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Simone Veil è venuta a mancare pochi giorni prima il suo 90esimo compleanno, il 13 luglio prossimo. Una donna forte, un esempio per tutti. Come ha ricordato in un tweet il presidente francese Emmanuel Macron: “Possa il suo esempio ispirare i nostri connazionali”.

Le Monde ha scritto che Simone Veil ha incarnato:

“Tre grandi momenti della storia del Ventesimo secolo: la Shoah, l’emancipazione delle donne e la costruzione europea”.

Nacque a Nizza nel 1927, con il nome di Simone Jacob. Fu arrestata e deportata dai nazisti assieme alla sua famiglia, per la sola “colpa” di essere ebrea. La madre Yvonne Steinmetz venne internata ad Auschwitz e morì a Bergen Belsen, il padre André e il fratello Jean risultano dispersi in Lituania. Della famiglia Jacob, si salvarono solo le tre sorelle, che per tutta la vita portano nella mente e nel cuore quell’esperienza lacerante.

Esperienza che Simone ha voluto raccontare per i sui 80 anni nell’autobiografia  “Une vie”:

“I convogli, il buio, la paura, il lavoro forzato, la prigionia, le baracche, la malattia, il freddo, la mancanza di sonno, la fame, l’umiliazione, l’avvilimento, le grida di dolore strazianti, nulla si cancella”.

Una testimonianza anche per ricordare “tutti quei morti che ci sono stati così cari, conoscenti o sconosciuti, che tacciono. So che non ci libereremo mai di loro”

Nel 1946 Simone diventò la signora Veil dopo aver sposato Antoine, con cui ebbe tre figli. Avvocatessa, magistrato, segretario del Consiglio superiore della magistratura, politico e ministro francese, socio fondatore e presidente onorario della Fondation pour la Mémoire de la Shoah e componente della prestigiosa Académie Française, Simone Veil ha avuto una lunga e brillante carriera, che l’ha portata a legare il suo nome alla legge del 1975 sulla legalizzazione dell’aborto nel suo paese e alla prima presidenza del Parlamento europeo dal 1979 al 1982.

Francis Kalifat, a nome di Crif, Conseil Représentatif des Institutions Juives de France l’ha ricordata così:

“Lo straordinario destino di questa giovane francese deportata a Auschwitz e poi diventata magistrato, ministro, primo presidente del Parlamento europeo e membro dell’Académie française è una fonte d’ispirazione. Per il suo essere stata esigente e leale, questa militante dei diritti delle donne ha segnato la vita politica e intellettuale francese con coraggio e dignità”.

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