Shabbat Zachor: la memoria nella tradizione ebraica

Rav Scialom Bahbout
Rav Scialom Bahbout
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Ebraismo

Shabbat Zachor: la memoria nella tradizione ebraica

shabbat-zachor-amalek-progetto-dreyfusLa tradizione ebraica ha riservato un posto particolare alla memoria: l’ha fissata in uno dei 613 precetti: Zachor et asher asà lechà Amalek “Ricorda ciò che ti ha fatto Amalek”, il popolo che aggredì la retroguardia degli ebrei appena usciti dall’Egitto, dove si trovavano le persone più deboli. Il testo aggiunge che “Egli non temette Iddio” contravvenendo a una delle regole fondamentali di ogni epoca e cioè quella di non aggredire persone deboli e indifese, per di più su una delle vie di comunicazione internazionali, in una zona franca, in cui la circolazione avrebbe dovuto essere libera. Molti hanno trovato in questa storia molti elementi in comune con la Shoah e con molti altri avvenimenti della storia ebraica.

Bisogna anche aggiungere che, dopo aver stabilito il dovere di ricordare, il breve testo aggiunge alla fine “Non dimenticare”.

In effetti, per poter continuare a vivere, ogni persona deve anche dimenticare i tanti dolori che accompagnano la vita di ognuno. Ci sono però dei dolori che non si devono dimenticare e che lasciano un segno profondo e indelebile nella coscienza e che diventano patrimonio della persona e della collettività. Se da una parte, per quanto riguarda ad esempio la Shoah, abbiamo il dovere di ricostruirne la storia tremenda nei minimi particolari perché “ogni persona ha un nome” e non si può lasciare nell’anonimato le vittime, dall’altra ci viene richiesto di continuare a vivere e di dare un senso a quanto è accaduto per noi che siamo stati “salvati”. Una volta che le luci si saranno spente, ognuno tornerà alla sua routine e non ci sarà nella nostra mente uno spazio per la memoria.

A parte il precetto “Zachor”, l’ebraismo non ha voluto costellare il calendario con tutte le date tristi della sua storia, ha concentrato in una data particolare tutti gli eventi tremendi che hanno caratterizzato la propria: il giorno del 9 di Av, un digiuno istituito per ricordare la Distruzione del Tempio di Gerusalemme a opera dei Romani, la cacciata dalla Spagna e l’inquisizione, i massacri e la distruzione delle Comunità ebraiche perpetrate dai crociati ecc.

Una delle storie che si raccontano su Napoleone è la sua meraviglia quando entrò in una sinagoga e, a parte alcune flebile luci dovute a qualche candela, la trovò completamente al buio. Alla sua domanda che cosa era successo di tanto grave, gli risposero che si trattava di un lutto … accaduto circa 1.800 anni prima. Al che Napoleone avrebbe esclamato che “Un popolo che ha una memoria così forte, avrà anche un importante futuro”. Quale che sia la verità, non c’è dubbio che il fatto di aver trasferito il ricordo di eventi così tragici su un piano “rituale”, inserendole addirittura nelle preghiere quotidiane, ne ha garantito la memoria.

L’ebraismo ha elaborato nel corso delle storia delle strategie per ricordare non solo gli eventi tragici, ma anche quelli gioiosi, come la liberazione dalla schiavitù egiziana, la salvezza dal genocidio programmato da Haman in Persia, ecc.

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La Shoah, per quanto abbia avuto come vittime gli ebrei, è un evento che interessa il Mondo occidentale, rimasto quasi completamente indifferente di fronte a quanto stava accadendo. E’ quindi il Mondo occidentale che deve trovare delle strategie affinché la Giornata della Memoria non sia soltanto una mera commemorazione, ma sia presente ogni giorno in modo diverso e costruttivo nella vita quotidiana.

La tradizione insegna però anche che ricordare il bene ricevuto è altrettanto importante quanto ricordare il male: reagire a leggi ingiuste, anche opponendo una semplice resistenza passiva o addirittura aiutando generosamente chi era perseguitato in pericolo di vita, è stato possibile. Pochi e per lo più persone semplici hanno fornito il proprio aiuto disinteressato, mentre chi era al vertice del potere politico o religioso è rimasto pressoché in silenzio: bisogna trasmettere anche questo ricordo perché le future generazioni sappiano da chi prendere l’esempio.

Reagire al male, facendo del bene, è sempre possibile. Ieri e oggi. Zachor ci insegna anche questo, non solo per il passato, ma anche e soprattutto per il futuro

Halachà:

Ricordiamo che vi sono due diverse mitzvot nella parashat Zachor:

1. Ricordare

2. Cancellare

Per la prima è l’obbligo cade sia sugli uomini che sulle donne. Ricordare è un precetto che “non dipende dal tempo”, ma solo dalla presenza di dieci persone che devono ascoltare la lettura dal sefer torà. Non esiste questo obbligo per altre parashoth della Torah.

Per la seconda, che comporta anche l’uso delle armi, le donne sono esentate.

Quindi: ognuno deve fare uno sforzo per ascoltare questa parashà andando al Beth hakeneset

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