Ennesimo capitolo della storia tra Roger Waters e l’antisemitismo. Questa volta scatenare le polemiche sono state le azioni dell’ex musicista dei Pink Floyd, che nel corso di un recente concerto all’Arena Mercedes di Berlino ha banalizzato la Shoah e la figura di Anna Frank.

A riportalo sono stati i media israeliani, che hanno posto l’accento sul tweet del ministero degli esteri dello Stato ebraico: “Buongiorno a tutti, tranne che a Roger Waters”.

L’ex Pink Floyd ha strumentalizzato la figura di Anna Frank per paragonare Israele alla Germania nazista, quella del Terzo Reich, dove si deportavano persone innocenti e venivano portate a morire nelle camere a gas.

Roger Waters, oltre ad Anna Frank, ha proiettato i nomi di vari personaggi, tra cui quella della giornalista americana di origini palestinesi, Shireen Abu Akleh, accidentalmente uccisa lo scorso anno durante uno scontro a fuoco a Jenin fra le forze di sicurezza israeliane e un gruppo di terroristi palestinesi.

Non è certo un caso. Perché l’intento di Waters è stato chiaro: accomunare le due vittime come se la mano che ha dato la morte fosse della stessa natura.  

Non solo, perché alcuni media hanno scritto che Roger Waters ha indossato una uniforme delle SS nel corso del concerto berlinese.

L’ex Pink Floyd non è certo nuovo a simile rappresentazioni. Sono note, infatti, le sue diverse “performance” contro Israele e in favore di tutto ciò teso a delegittimare lo Stato ebraico.

A tal proposito ha fatto molto discutere in Germania la decisione di un tribunale amministrativo di permettere a Roger Waters di esibirsi a Francoforte il 28 maggio, annullando la decisione del comune cittadino.

Comune che si era opposto, accusandolo il cantante di antisemitismo.

Dietro a questa insistenza di Roger Waters c’è “qualcuno” o tutte le sue azioni contro Israele sono frutto esclusivamente della sua volontà?