Le nazionali di calcio di Italia e Israele si sfideranno questa sera al Mapei Stadium di Reggio Emilia nella gara valida per le qualificazioni al prossimo mondiale di Russia 2018.
In tale circostanza alcune sigle pro-palestinesi si stanno attivando per attaccare la nazionale israeliana sostenendo la campagna lanciata dal movimento BDS (Boycott, Divestment and Sanctions).
La richiesta della Bds è chiara: «La sospensione da parte della Fifa di Israele fino a quando non rispetterà i diritti umani e la legalità internazionale, così come si fece per il Sudafrica dell’apartheid»
Cosi come è stato ormai dimostrato, anche attraverso la pubblicazione del libro scritto da Giovanni Quer e promosso da Osservatorio Solomon, la campagna internazionale promossa dal BDS non è altro che una dissimulazione dell’antisemitismo sotto le vesti dell’antisionismo, e come tale non può essere accettata da una società civile.
Ma gli attivisti BDS nostrani hanno superato ogni limite etico, quando non del semplice buongusto, coinvolgendo bambini di due o tre anni in questa protesta di puro odio verso una nazione a maggioranza ebraica come lo stato di Israele. Si tratta, vale la pena sottolinearlo, di bambini che non hanno la benché minima idea del motivo per cui vengono strumentalizzati, ma che in questo modo assorbono, in modo lento e costante, una cultura dell’odio e della discriminazione.
L’Italia e lo Stato d’Israele sono legati da un rapporto di amicizia decennale, basato su stretti rapporti di collaborazione, anche di carattere economico e nel settore della ricerca e dell’hi-tech. Un’amicizia tra due stati e tra due popoli che campagne del genere vogliono minare alla base. Fino ad oggi non ci sono riusciti e, anzi, ogni tentativo del BDS è fallito miseramente. D’altronde, valori come l’odio, la discriminazione e la volontà di annientare una nazione non potranno mai prevalere sulla fratellanza, la condivisione e l’accettazione del diverso.
Noi di Progetto Dreyfus rimandiamo al mittente questa campagna offensiva e discriminatoria e invitiamo tutti, invece di mostrare il cartellino rosso a Israele, a “mettere in fuorigioco il BDS”. Non ci metteremo a fischiare la nazionale di uno stato alleato, ma l’applaudiremo nel corso della partita cosi come fa si verso una realtà meritevole di rispetto.
Per l’occasione abbiamo quindi preparato una serie di grafiche che vi invitiamo a condividere sui social network per sensibilizzare il grande pubblico e ribadire che Israele non è uno stato in cui si applica l’apartheid, per svelare le menzogne diffuse dal BDS contro lo Stato Ebraico e svelare il vero volto di questi bugiardi di professione.
Grazie a chi vorrà sostenerci.