La Mussolini mette like a commenti antisemiti, è polemica

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La Mussolini mette like a commenti antisemiti, è polemica

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Alessandra Mussolini. Un cognome pesante, soprattutto in un paese dove chi dovrebbe provare a comprendere il grande dolore altrui, crede sia opportuno sfogare il proprio, se pur inferiore. È quanto accaduto ieri, quando la nipote del Duce si è resa protagonista di una vicenda che ha portato con sé numerose polemiche.

L’europarlamentare ha prima annunciato querele per chi offende il nonno e poi ha messo like ad alcuni commenti antisemiti, sorti dopo il tam tam mediato scatenato dalla sua affermazione. Non è tanto la difesa famigliare – se pur contestabile – ma i gradimenti ai commenti antisemiti della Mussolini che hanno destato stupore: nello specifico quello in cui si dice che Zuckerberg “è ebreo e non è un caso se poi applicano il politicamente corretto imposto dai media ebraici”.

Stupore non nascosto dal vice presidente della Comunità Ebraica, Ruben Della Rocca:

“È grave che un europarlamentare accetti commenti antisemiti. Spero che prenda le distanze, altrimenti si dovrebbe dimettere dal Parlamento europeo perché se la signora Mussolini appoggia, sebbene con un like, l’antisemitismo come ideologia (che purtroppo in passato ha portato allo sterminio con la complicità di suo nonno, visto che ha promulgato le leggi anti ebraiche) non può di certo condividere i principi democratici e rappresentare i valori di rispetto per tutti”.

Della Rocca ha continuato ponendo l’accetto sul fatto che:

“Se i nostri nonni sono finiti ad Auschwitz non è stato per un insulto, ma perché Benito Mussolini ha promulgato le leggi nel 1938 dando il via alle deportazioni nel 1943. Penso che siano cose ben più peggiori di un insulto. Il fascismo è stata una dittatura feroce che ha perseguitato non solo gli ebrei (è riduttivo limitare tutto all’odio antiebraico) ma diverse fasce di cittadini. Posso fare avere alla signora un po’ di testi”.

19 ottobre 2018. A 80 anni e un mese dalle leggi razziali, a 75 anni e tre giorni dalla razzia nazista nel Ghetto di Roma – facilitata proprio dalle liste fatte dal 1938 in poi – ci si indigna per un commento contro una persona che ha tenuto in scacco l’Italia per vent’anni, portandola allo sfacelo.

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