Guanti per persone sordo-cieche, una startup “sociale” vince all’Expo e vola a Tel Aviv

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Micol AnticoliEditor & Event Manager
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Guanti per persone sordo-cieche, una startup “sociale” vince all’Expo e vola a Tel Aviv

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È magnifico che a vincere la competizione tra startupper italiani all’Expo Milano siano stati due ragazzi che con il loro progetto aiutano chi è meno fortunato, portano giovamento alla società e pongono l’accento sull’impegno sociale. Si tratta di Nicholas Caporusso e Gianluca Lattanzi, due giovani pugliesi che hanno
lanciato la startup dbGlove, dei guanti speciali utili soprattutto alle persone sordo-cieche.

Come è chiaramente descritto sul sito web del prodotto, per una persona sordo-cieca risulta fondamentale trovare delle strategie per l’inclusione sociale e una delle vie principali è imparare a scrivere. Esistono ovviamente alfabeto come il Braille e il Malossi, ma una persona che oggi non sia in grado di accedere almeno in parte alla tecnologia piuttosto che alla carta stampata, e che non sia in grado di comunicare a lunghe distanze piuttosto che con persone che si trovino nella stessa stanza, risultano di fatto escluse dalla maggior parte delle dinamiche sociali.

dbglove premiazione expoÈ proprio per questi motivi che dbGlove è stata considerata una opportunità unica per le persone che vivono troppo spesso nell’ombra e che hanno il bisogno di essere incluse e non più emarginate dal più alto numero possibile di lavori e di attività sociali. Questi guanti sono stati pensati per sfruttare il senso più sviluppato di chi è sordo e cieco: il tatto. Attaccati al guanto vi sono dei tasti con le lettere in Braille che trasmettono i messaggi scritti ad uno smartphone in grado di inviarli via messaggio. Al contrario, se un testo viene ricevuto, bdGolve lo leggerà tramite una serie di vibrazioni. Per chi è parzialmente sordo o cieco, vi è anche la possibilità di far comparire o di ascoltare i testi da inviare e quelli ricevuti.

In questo modo chi è affetto da questo tipo di handicap potrà allargare le proprie relazioni sociali abbattendo i confini spazio-temporali ai quali sono costretti ora, ed avranno auspicabilmente più possibilità di cercare e trovare un lavoro.

Il contest è stato organizzato dal Ministero degli Esteri israeliano, Google Israel, Tel Aviv Campus e dalla Città di Tel Aviv, ed a concorrere per la finale vi erano anche le startup “Quattrocento”, un brand innovativo si occhiali personalizzabili, e “Kopjira”, un programma volto scovare le violazioni di copyright ed a combattere la pedo-pornografia.

Ora i vincitori avranno la possibilità di volare in Israele a settembre e di rappresentare l’Italia al concorso internazionale SMART TEL AVIV 2015, al quale parteciperanno startupper provenienti da 22 paesi.

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