Gli arabi israeliani non devono essere sionisti per essere cittadini leali

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Gli arabi israeliani non devono essere sionisti per essere cittadini leali

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Il testo che vi proponiamo in versione italiana è un articolo di opinione scritto su Ynet News dal giornalista israeliano Ben Dror Yemini.
Traduzione di Micol Anticoli

Non è piacevole essere un cittadino musulmano in Olanda, dove l’inno nazionale, tra le altre cose, recita: “Sono di sangue germanico, un pio cristiano”. Ed è antipatico essere del Sud Tirolo, una ex regioni austriaca che fu annessa all’Italia, perché l’inno italiano parla di combattere gli austriaci. Ed è spiacevole essere un membro della minoranza slovacca nella Repubblica Ceca, perché l’inno tratta della razza ceca.
Potrei andare avanti. La maggior parte degli inni degli stati europei avevano ed hanno ancora un tono buio, religioso, nazionalistico.
Questo non rende questi paesi bui, religiosi e nazionalistici, perché gli inni in genere riflettono una battaglia nazionale per la libertà. Non riflettono l’intera popolazione, e neanche l’eguaglianza o i diritti universali, con tutto il dovuto rispetto. Riflettono invece una storia di rinascita, di guerra, di tradizione, religione e liberazione.
L’inno nazionale israeliano, l’Hatikva, non è differente. Non riflette la Dichiarazione dei Diritti Umani delle Nazioni Unite; riflette il desiderio ebraico di avere un focolare nazionale.

arabi in israele votazioniIsraele è stato fondato come un focolare nazionale per il popolo ebraico, esattamente come la maggior parte dei paesi europei furono fondati come espressione nazionale per gruppi che chiedevano e ricevettero il loro diritto all’autodeterminazione. Le guerre erano di solito estremamente sanguinose e contemplavano l’espulsione delle popolazioni straniere se non portare avanti pulizie etniche su larga scala. Decine di milioni di persone furono costrette a lasciare le proprie terre. A milioni furono uccisi durante i trasferimenti nella prima metà del ventesimo secolo. Quindi la situazione del cittadino arabo in Israele non è diversa. L’inno dello Stato d’Israele è un riflesso del desiderio ebraico di stabilire un focolare nazionale. Il cittadino arabo non può e non deve essere parte dei “desideri dell’anima ebraica”. Ma questo non gli impedisce di essere un cittadino leale, così come un cittadino musulmano in Olanda può essere un cittadino fedele e come un cittadino slovacco può essere un leale cittadino della Repubblica Ceca.

Sulle spiagge di Tel Aviv

Sulle spiagge di Tel Aviv

Dunque non vi è una necessità di coercizione. L’anima di un cittadino arabo in Israele non desidera. Al contrario: egli condivide il dolore dei membri della sua famiglia che sono diventati profughi. Questo è il suo diritto di condividere il sentimento della Nakba, anche se ci sono state infinite nakbe, ed anche se le nakbe subite dagli ebrei nei paesi europei ed arabi furono molto più brutali e dolorose. La sofferenza è la sofferenza e il dolore è il dolore.
Gli arabi israeliani dovrebbero essere avvicinati e non allontanati. Coloro che li vogliono costringere a cantare “l’anima ebraica anela”, stanno facendo una richiesta sleale e ingiusta. È un ordine a cui non possono obbedire. Chiunque voglia, può pronunciare le parole. E chiunque non voglia, non deve per forza pronunciare le parole. Deve onorare. Deve alzarsi in piedi. Questo è ciò che ogni membro di una minoranza fa in un paese civile. Non vi è altra necessità a parte questa.
Nonostante la loro leadership politica, nella quale molti scelgono provocazioni in nome di una battaglia per l’uguaglianza, l’assoluta maggioranza di arabi israeliani è un cittadino leale. Loro non devono diventare sionisti per essere fedeli. La percentuale di musulmani che aderisce alla jhad in Israele è minore della percentuale di musulmani che lo fanno in ogni paese europeo.
Questo è un simbolo di onore per i musulmani in Israele. Questo sta a provare che non sono stati trascinati dall’incitamento. Questa è la prova che capiscono che nonostante una “manciata” di tifosi del Beitar Gerusalemme, loro fanno parte dello Stato d’Israele, anche se hanno da fare dei giustificati reclami contro lo Stato.

Parlamentari arabi della Knesset

Parlamentari arabi della Knesset

Il Ministro della Giustizia Ayelet Shaked ha fatto la cosa giusta quando ha chiarito subito che è contro la proposta del parlamentare della Knesset Robert Ilatov di escludere un candidato arabo a giudicare se non accetta di recitare “l’anima ebraica anela” (frase dell’inno israeliano n.d.r.). Se c’è qualcuno che dovrebbe essere espulso, questo è lo stesso Ilatov. Abbiamo già abbastanza provocazioni antisioniste dalla parte della leadership araba. Ma questo non giustifica provocazioni antiarabe dalla parte ebraica.

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