Due donne ai vertici del Mossad

In Israele conta il merito, non il genere

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Clara Salpietro
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Due donne ai vertici del Mossad

In Israele conta il merito, non il genere

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Due donne sono state appena nominate capo divisione del Mossad. L’incarico è arrivato direttamente dal direttore dell’Istituto per l’intelligence e servizi speciali, Yossi Cohen, e pubblicizzato in questi giorni dai media israeliani con eco anche in Italia.

I capi divisione sono l’equivalente di un ‘major-general’ dell’IDF (che in Italia corrisponde al grado di generale di divisione), ufficiali che potrebbero essere responsabili dell’intera Forza Navale o Forza Aerea di Israele.

Già in passato ci sono state donne che sono arrivate al vertice di una divisione, ma non si era mai verificato che due donne venissero nominate nello stesso momento.

Non sono mancate reazioni da parte di chi conosce bene il Mossad. Commenti positivi sono arrivati da uomini per i quali “avere più donne nelle sfere alte del Mossad è uno sviluppo positivo”.

“Accolgo con favore – ha dichiarato l’ex vice capo dell’agenzia di intelligence Naftali Granot – la tendenza a nominare donne a posizioni di alto livello nell’organizzazione, è bene notare che le due donne sono altamente qualificate e con esperienza, questo contribuirà al progresso degli obiettivi dell’organizzazione”.

Per l’ex vice capo Ram Ben Barak dentro l’agenzia

“forse ci sono state meno donne in posizioni chiave in quanto prima era più difficile per le donne conciliare il lavoro con la maternità, ora però ci sono mariti disponibili a prendersi cura dei bambini e quindi più donne stanno scegliendo di rimanere nell’organizzazione a lungo termine. Le donne sono indubbiamente qualificate per le posizioni di alto rango”.

“Molto probabilmente in futuro – ha sottolineato Barak -, non nell’immediato, potremmo vedere la prima donna a capo del Mossad”.

Fino ad oggi solo Aliza Magen era riuscita a salire al rango più alto all’interno del Mossad, raggiungendo infatti la carica di vice direttore durante il mandato dell’ex direttore Danny Yatom.

Sotto la direzione di Yossi Cohen c’è più attenzione nei confronti delle donne, tanto che a gennaio il Mossad aveva pubblicato il primo annuncio di reclutamento incentrato più su reclute femminili che maschili.

Il messaggio presente sul sito del Mossad – e pubblicato anche su giornali e piattaforme social – era: “Wanted: Powerful women needed. We don’t care what you’ve done, we care about who you are!” (Cerchiamo donne forti. A noi non importa cosa hai fatto, a noi importa chi sei).

Un altro commento positivo nei confronti del gentil sesso era stato pronunciato qualche anno fa dall’ex direttore del Mossad Tamir Pardo che aveva affermato:

“gli agenti operativi donne del Mossad vengono apprezzate per la loro capacità di essere multitasking ed inoltre pur di raggiungere obiettivi sopprimono il loro ego. Le abilità femminili sono superiori agli uomini in termini di comprensione del territorio, di lettura delle situazioni, di cognizione dello spazio”.

Anche in Italia già da qualche anno si vorrebbe una donna a capo di un organo del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica. Più volte è infatti circolata voce in merito alla nomina a direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS) dell’attuale segretario generale della Farnesina, ambasciatore Elisabetta Belloni.

Se ne parlava già nel 2016 prima della nomina dell’attuale direttore generale Alessandro Pansa e se ne parla in questi giorni come riportato da alcuni giornali , tra cui Formiche, in vista forse di un rinnovo – lo sapremo tra qualche mese – proprio al DIS.

Tornando al Mossad, il 2 ottobre il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha assegnato sei riconoscimenti ad altrettante squadre del Mossad per aver realizzato con successo operazioni speciali all’estero nell’ultimo anno. In alcune delle operazioni segrete, eseguite dagli uomini e dalle donne dell’organizzazione in tutto il mondo – stati nemici inclusi -, sono state usate tecnologie uniche sviluppate dal Mossad. Probabilmente la cerimonia diventerà una tradizione annuale.

Negli ultimi anni il budget del Mossad è aumentato in modo significativo, così come l’ambito della sua attività operativa e l’impiego di nuovi strumenti tecnologici.

Il Mossad (in ebraico vuol dire “istituto”) venne fondato nel 1949 come “Istituto centrale di coordinamento” su suggerimento di Reuven Shiloah al primo ministro David Ben-Gurion.
Shiloah riteneva indispensabile l’esistenza di un servizio che si occupasse di coordinare i servizi di intelligence dell’esercito (AMAN), lo Shabak (più spesso indicato come Shin Bet) e il “dipartimento politico” del ministero degli esteri.

Nel 1951 il Mossad, che non è un agenzia militare, fu inserito nella struttura burocratica del primo ministro, cui risponde direttamente.

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