Chiuse le sinagoghe svedesi per allerta terrorismo

Secondo le autorità è alto il rischio attentati nel paese

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Chiuse le sinagoghe svedesi per allerta terrorismo

Secondo le autorità è alto il rischio attentati nel paese

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sinagoga svezia

Le sinagoghe di tutta la Svezia sono state temporaneamente chiuse dopo che il paese ha alzato il livello di allerta terrorismo. Lo riporta il World Jewish Congress che ha definito la decisione “una mossa precauzionale”. Al momento le comunità ebraiche svedesi non hanno detto se le autorità hanno avvertito di una specifica minaccia rivolta verso gli ebrei. Al momento in Svezia vivono circa 20 mila ebrei.

Oltre ad aver alzato il livello di minaccia la polizia ha comunicato di essere alla ricerca di un sospetto che starebbe pianificando un attentato. Si tratta di un iracheno che avrebbe partecipato alla guerra civile in Siria ma le autorità hanno esplicitamente dichiarato che non c’è nessun collegamento con quanto accaduto a Parigi nei giorni scorsi. E’ stato emanato un mandato di arresto ma l’identità dell’uomo non è stata ancora rivelata al pubblico.

Il servizio di sicurezza svedese, SAPO, e il National Centre for Terrorist Threat Assessment hanno riferito alla stampa che lo Stato Islamico considera la Svezia un obiettivo legittimo e per questo sono preoccupati per la possibilità che vengano portati a termine violenti attacchi nel paese. Il livello di minaccia è stato elevato al quarto grado su cinque, ciò significa che le autorità credono ci sia un’elevata probabilità che “ci siano persone con l’intento e la capacità di condurre attacchi terroristici”.

Lena Posner-Körösi, Direttrice del Consiglio Ufficiale delle Comunità Ebraiche in Svezia, ha dichiarato che la sicurezza delle sinagoghe sarà valutata giorno per giorno. Inoltre, dopo aver discusso con la polizia, sono state cancellate tutte le attività serali, incluse quelle sportive, a Stoccolma, Goteborg e Malmo.

Pochi giorni fa era sorta una diatriba fra Israele e il Ministro degli Esteri svedese Margot Wallstrom dopo che quest’ultima aveva collegato gli attentati terroristici di Parigi perpetrati dall’ISIS al conflitto israelo-palestinese. Dopo i fatti di Parigi alla Wallstrom è stato chiesto durante un’intervista televisiva “quanto è preoccupata dalla radicalizzazione dei giovani in Svezia che si battono per l’ISIS?” La risposta del Ministro svedese è stata: “Ovviamente abbiamo ragione di essere preoccupati, non solo in Svezia ma in tutto il mondo perché sono in tanti a radicalizzarsi. Ancora una volta veniamo riportati a situazioni come quella del Medio Oriente dove i palestinesi non vedono un futuro. Sono costretti o ad accettare la disperazione o a ricorrere alla violenza.” Il portavoce del Ministero degli Esteri israeliano,Emmanuel Nahshon ha definito “ostili” le dichiarazioni della Wallstrom e ha dichiarato che si tratta dell’ennesima volta che il governo svedese dimostra un forte pregiudizio anti-israeliano.

In Israele la Svezia è percepita come il paese europeo più ostile allo Stato ebraico. Al secondo posto si attesta la Francia, paese in cui dopo gli attentati è stato chiesto alla popolazione ebraica di “cambiare la propria routine” per non rendersi facili bersagli e di portare solo piccole borse quando ci si reca nelle istituzioni ebraiche per facilitare i controlli della polizia. Un altro Stato considerato molto ostile è la Polonia dove mercoledì scorso una manifestazione anti-immigrati si è conclusa con il rogo di un fantoccio raffigurante un ebreo ortodosso.

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