Calcio: in un torneo giovanile palestinese le squadre prendono i nomi di terroristi famosi

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Mario Del MonteEditor
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Calcio: in un torneo giovanile palestinese le squadre prendono i nomi di terroristi famosi

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Dopo il tentativo di escludere le squadre israeliane dalle competizioni internazionali, il calcio è di nuovo parte del dibattito sulla questione palestinese. In un torneo giovanile che si svolgerà ad Abu Dis, un piccolo villaggio fuori Gerusalemme, le squadre partecipanti porteranno i nomi di terroristi che hanno ucciso civili israeliani.

Secondo quanto riporta il sito web Palestinian Media Watch personaggi come Abu Jihad, tra i fondatori di Fatah e responsabile della morte di centoventicinque israeliani, e Khaled Nazzal, dirigente del Fronte per la Liberazione della Palestina che ha organizzato il massacro di Ma’alot in cui perirono ventidue bambini, saranno celebrati in questo torneo in onore del mese sacro del Ramadan.

Le squadre non avranno solo nomi di “martiri” palestinesi ma anche di dirigenti importanti delle organizzazioni armate palestinesi, ad esempio Abu Ali Mustafa, e di attentatori ancora in vita: in questo senso il caso piú clamoroso è quello di Mutaz Hijazi, membro della Jihad Islamica che lo scorso anno tentò di assassinare Yehuda Glick, attivista per il diritto degli ebrei di visitare il Monte del Tempio.

Negli ultimi mesi il mondo del calcio è sembrato sempre più parte del conflitto tra israeliani e palestinesi. Secondo la federazione palestinese Israele, con la scusa della sicurezza, limiterebbe gli spostamenti dei suoi associati e impedirebbe la costruzione di infrastrutture migliori. È stata questa accusa a far partire la richiesta di esclusione per gli israeliani poi ritirata a causa delle pressioni di molti delegati degli altri paesi.

Inoltre lo scorso mese un calciatore palestinese è stato arrestato al confine con la Giordania scatenando le ire del presidente della PFA (la federazione calcistica palestinese) Jibril Rajoub. In seguito Israel Radio ha rivelato che il giocatore, di nome Sameh Marawbe, era stato fermato già sette mesi prima per aver ricevuto fondi da rappresentanti di Hamas in Qatar offrendo in cambio la possibilità di fare da tramite con i sostenitori dell’organizzazione terroristica presenti nella città di Qalqilya in West Bank.

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