Antisemitismo al Mediterraneo Downtown, la ricostruzione dei fatti

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Antisemitismo al Mediterraneo Downtown, la ricostruzione dei fatti

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Mediterraneo downtown” è il primo festival italiano sul Mediterraneo contemporaneo che si terrà a Prato agli inizi di aprile, promosso da Cospe, Comune di Prato e Regione Toscana (insieme a Amnesty, Libera e Legambiente; i media partner sono Rai Radio 3, RaiNews24, Articolo21 e Tv2000).

Una manifestazione prestigiosa, viste le parti in causa, che però ha mostrato subito una lacuna: tra gli invitati figurava il nome di Manal Tamimi, nota antisemita che, come riportato da Il Foglio nel 2015, pubblicò una vignetta – poi cancellata – che ritraeva un nazista intento a frustare un ebreo dalle sembianze di un caprone, con una di stella di David sul sedere.

Ma non solo perché secondo Manal Tamimi lo Yom Kippur – il giorno dell’Espiazione – è il giorno in cui “il vampiro sionista” beve il “sangue palestinese” e il ferimento di ebrei e israeliani è un evento da festeggiare: “Non c’è posto sicuro nel quale i sionisti possano nascondersi”.

Sul sito del “Mediterraneo downtown” si poteva leggere:

“Manal ha spesso parlato del ruolo centrale delle donne nel processo decisionale e organizzativo delle proteste. Testimonianze che vogliono scardinare l’idea occidentale della donna musulmana, dipinta come debole e sottomessa”.

Quindi gli organizzatori conoscevano bene l’operato di Manal, tanto che il suo panel recitava “Per giustizia e per amore. La lotta delle donne per i diritti”, a cui avrebbe dovuto parteciperà insieme a Ilaria Cucchi.

Le ovvie polemiche scaturite dalla sua presenza ha portato il Festival a ritirare l’invito a Manal Tamini, con tanto di scuse della autorità cittadine di Prato.

Polemiche e ritiro che sono state divise da uno scambio di lettere fra l’Associazione Italia-Israele di Firenze e il sindaco di Prato. Ma non solo perché il presidente dell’Associazione, Valentino Baldacci, ha scritto un’altra missiva al primo cittadino pratese in cui ha lamentato l’intero impianto del festival, considerato secondo lui fazioso e unilaterale.

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