Alexa è antisemita, lo affermano quattro deputati del Regno Unito

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C’è un legame tra antisemitismo, Regno Unito e l’assistente virtuale Alexa inventato da Amazon. A lanciare l’accusa sono stati quattro deputati britannici, secondo cui Alexa diffonderebbe pregiudizi antiebraici.

Secondo i quattro politici se si pone la domanda sul controllo ebraico sui media, Alexa risponderebbe affidandosi a Jew Watch, un sito web cospirazionista: 

“Jew Watch afferma che gli ebrei controllano i sistemi finanziari e i media del mondo”.

Stando sempre alle affermazioni dei deputati, l’Alexa negherebbe la Shoah. L’assistente virtuale targato Amazon, infatti, risponderebbe così alla domanda sulle veridicità dell’Olocausto:

“La maggior parte dei negazionisti dell’Olocausto affermano, esplicitamente o implicitamente, che l’Olocausto sia una bufala – o un’esagerazione – derivante da una deliberata cospirazione ebraica progettata per promuovere l’interesse degli ebrei a scapito di altre persone”.

Amazon ha fatto sapere che aprirà presto un’inchiesta per andare a fondo in questa vicenda. Occorre capire se Alexa si comporta davvero in questo modo e se sì capire come mai attinge a notizie che negano la Shoah.

Un portavoce dell’azienda ha detto:

“L’antisemitismo e la discriminazione di qualsiasi tipo sono inaccettabili. Alexa attinge da una varietà di fonti per rispondere alle domande. Stiamo indagando e abbiamo bloccato le risposte segnalate”.

Un episodio simile era già accaduto nel Regno Unito. Nell’agosto scorso, infatti, L’Institute for Strategic Dialogue (ISD) ha condotto uno studio, secondo cui l’algoritmo di Facebook promuoverebbe “attivamente i contenuti di negazione” della Shoah. Studio secondo il quale, digitando la parola Olocausto in lingua inglese nella funzione di ricerca di Facebook, questi suggerisce pagine negazioniste.

L’antisemitismo e il Regno Unito. Continuano gli episodi di odio antiebraico legati a Londra. Dopo le numerose polemiche attorno alla figura dell’ex leader dei Labuor Jeremy Corbyn e alla vicenda appena raccontata riguardo Facebook, ora la Gran Bretagna dovrà provare a sbrogliare anche questa matassa.

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