Vignetta Vauro, accuse di antisemitismo per il naso adunco di Zelensky

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Vignetta Vauro, accuse di antisemitismo per il naso adunco di Zelensky

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È polemica per l’ultima vignetta di Vauro Senesi in merito alla guerra tra Russia e Ucraina apparsa su Il Fatto Quotidiano.

Vignetta che ritrae il viso di Vladimir Putin disegnato con tratti duri e squadrati e quella di Volodymyr Zelensky con un naso grosso e adunco, stereotipo della narrativa antiebraica e sotto la scritta: “No alla guerra… …Senza Ze e senza Vla”.

La deformazione del naso di Zelensky, presidente ebreo dell’Ucraina, ha scatenato diverse reazioni che vogliono la vignetta di matrice antisemita.

Sulla vicenda è intervenuta la presidente della Comunità Ebraica di Roma, Ruth Dureghello, che in un tweet ha scritto:

“Non è una casualità, ma un’abitudine quella di un certo signore di raffigurare gli ebrei con il naso adunco con lo stile della Difesa della Razza. Non per questo è meno grave e non per questo ci si può assuefare alla vergogna”.

Sulla stessa lunghezza d’onda la giornalista Fiamma Nirenstein, per cui il naso disegnato “è carico di malevolenza, secondo un’iconografia che il buon senso e il buon gusto dovrebbero suggerire conclusa”.

Non si è fatta attendere la reazione del diretto interessato. Il vignettistaa Vauro, infatti, ha respinto al mittente ogni tipo di accusa di antisemitismo:

“A tutti quei cretini che commentano sul naso di Zelensky non avrei voluto nemmeno rispondere. Lo faccio solo perché se non è pura imbecillità è malafede. Se disegno una caricatura (si chiama così perché “carica” i tratti somatici) è ovvio che perché il soggetto risulti somigliante ne “carico” i tratti. Zelensky ha un naso importante non perché è ebreo ma perché è il suo naso. Io non ho mai pensato che gli ebrei abbiano necessariamente il naso adunco, anche perché ne conosco moltissimi che hanno nasi di vario tipo… in questo disegno non c’è alcun riferimento alla ebraicità di Zelensky cosa per me del tutto priva di rilevanza”.

Oltre all’episodio in sé, la questione fonda le sue radici anche sul passato di Vauro, che negli anni non ha mai nascosto la sua vicinanza nei confronti della causa palestinese e la sua lontananza nei confronti di Israele, non mostrando quella equidistanza che ha caratterizzato la sua vignetta sul conflitto russo-ucraino.  

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