Università di Torino, sermone choc dell’imam che promuove il jihad

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Università di Torino, sermone choc dell’imam che promuove il jihad

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Le università italiane sono diventate un megafono per la mendace propaganda palestinese.

Quella di Torino, se possibile, è andata addirittura oltre, trasformandosi in un luogo dove è stato promosso il jihad.

Un imam improvvisato di nome Brahim Baya, venerdì scorso, ha recitato un sermone che invitava a sostenere la lotta palestinese, facendo leva sulla demonizzazione di Israele, definito popolato da “invasori, arroganti colonizzatori” (qui il video).

Non sono mancate, ovviamente, parole di elogio e ammirazione per gli abitanti arabo-palestinesi di Gaza, considerato:

“Un popolo che ha resistito di fronte a questa furia omicida, questa furia genocida, uscita dalle peggiori barbarie della storia che non tiene in considerazione nessuna umanità, nessun diritto umano. L’insegnamento arrivato da quel popolo per la sofferenza, una forma di Jihad. Il Jihad nel più alto senso di questo termine, come sforzo per difendere i propri diritti, come sforzo per difendere la vita umana, come sforzo per difendere la pace. La vera pace”.

Le parole di Baya sono state pronunciate in un’aula dell’ateneo occupato alla presenza di alcuni studenti e studentesse. Il sermone ha suscitato diverse polemiche e portato ad altrettante condanne da parte dei professori che l’ha etichettato come un “inno al jihad”, nonché del ministro dell’università Bernini e del rettore dell’ateneo, Stefano Genua.

Quanto accaduto a Torino non è un “normale” sostegno alla causa palestinese.

È un oltraggio a Israele, associato a termini che solo la narrativa antisemita poteva architettare.

È un oltraggio a un paese, che con tutti i suoi difetti, fa godere tutti delle proprie libertà.

Così non si può dire della Striscia di Gaza e della “governo” di Hamas che opprime da anni i gazawi, strumentalizzandoli all’occhio delle opinioni pubbliche.

La cecità di diverse università italiane deve far preoccupare, perché il nostro paese sta facendo da cassa di risonanza ad Hamas, quel gruppo terrorista arabo-palestinese maggior responsabile del massacro del 7 ottobre.

Stupri, rapimenti, barbare uccisioni di neonati, bambini, uomini, donne, anziani, animali. Questo è successo il 7 ottobre. È da qui che è partita la controffensiva di Israele.

Senza quel barbaro attacco contro i civili israeliani, lo Stato ebraico non sarebbe mai (ri)entrato a Gaza.

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