“Un lento ma profondo percorso di risveglio dell’opinione pubblica sulla nostra storia”, intervista a Gadiel Taché

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“Un lento ma profondo percorso di risveglio dell’opinione pubblica sulla nostra storia”, intervista a Gadiel Taché

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In occasione dell’anniversario dell’attentato alla Sinagoga di Roma del 1982 abbiamo contattato Gadiel Taché, il fratello maggiore di Stefano, il bambino di due anni rimasto ucciso in quel 9 Ottobre di trentatré anni fa.

“In seguito al suo insediamento al Quirinale, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ritenne importante citare Stefano, un bambino italiano ed ebreo ucciso dal terrorismo islamico, e invitare la vostra famiglia ad un incontro istituzionale. Cosa ha significato per voi?”

“Prima di tutto è stata un’emozione indescrivibile. Non ci sembrava vero di sentire da un Presidente della Repubblica un discorso di questo tipo. Per più di 30 anni abbiamo avuto la sensazione che la morte di Stefano e il ferimento di 37 persone il 9 Ottobre ’82, fosse percepito dall’opinione pubblica italiana come un lutto della sola Comunità Ebraica. Per la prima volta finalmente il Presidente Mattarella ha ricordato a tutta la cittadinanza che Stefano era un bambino ITALIANO, un figlio di tutto il nostro Paese.”
“Avete la sensazione che ci sia stato uno stacco rispetto alle figure politiche precedenti?”

“Beh Sicuramente…. In questi 33 anni sono cambiate tantissime cose. Credo soprattutto da quando ho preso la decisione di iniziare a parlare. Progressivamente ho avuto la sensazione che le Istituzioni del nostro Paese e l’opinione pubblica in generale, abbiano iniziato un lento ma profondo percorso di risveglio su questa storia…. D’altra parte sono però anche convinto che ci sia ancora molto da fare….”
“Gli attacchi terroristici che si sono verificati negli ultimi giorni in Israele non possono essere certamente paragonati alla ben più grave situazione del 1982. L’attentato al supermercato ebraico di Parigi avvenuto a inizio 2015 ci ha però bruscamente riportato alla realtà: oggi, in qualsiasi luogo del mondo, si può essere uccisi solo perché ebrei in nome della guerra che l’integralismo islamico ha dichiarato a Israele e all’Occidente. Ti spaventa tutto questo?”

“L’antisemitismo è un Virus che si è sempre riprodotto in ogni epoca. Il Popolo Ebraico sembra purtroppo “abituato” (anche se non ci si abitua mai veramente) ad essere in pericolo. I fatti di Parigi di Gennaio scorso credo che abbiano sconvolto più il mondo che il Popolo ebraico. Sinceramente mi fa più paura il fatto che il mondo si spaventi per i fatti di Charlie Hebdo, ma l’attacco al supermercato kosher, o i terribili attentati di questi giorni in Israele sembra che non abbiano avuto nessun effetto sull’opinione pubblica… Anzi… E’ come se un attacco nei confronti di luoghi ebraici fosse una cosa normale.”attentato sinagoga
“Credi che l’Italia faccia abbastanza per prevenire l’odio verso Israele che puntualmente si trasforma in violenza contro gli ebrei nel mondo?”

“Direi di no. In questo i mezzi di informazione credo che abbiano un’enorme responsabilità. Lo stiamo riscontrando proprio in questi giorni…. Sono due settimane che in Israele ci sono attentati in cui muoiono civili inermi. I media italiani ne hanno parlato forse in qualche trafiletto. Nel momento in cui Israele risponderà assisteremo ad una campagna mediatica imponente. I giornali evidenzieranno in tutti i modi la “sproporzionata” reazione israeliana. E’ stato così in tutte le guerre tra Israeliani e Palestinesi dagli anni 80 ad oggi.
Se si volesse veramente prevenire l’odio contro Israele e contro il mondo Ebraico, la prima cosa da fare sarebbe un’informazione corretta.”
“Una domanda difficile ma che assume notevole importanza per il fatto che molto spesso chi parla di questo argomento non ha subito le conseguenze in prima persona: credi nella pace?”

“Beh io VOGLIO credere nella pace. Ma la pace può esistere solo con il reciproco riconoscimento delle parti a vivere in confini SICURI….. Altrimenti sarebbe una pace a senso unico… Squilibrata”

“Quali sono gli strumenti che le istituzioni dovrebbero utilizzare per facilitare il dialogo e la convivenza pacifica?”

“Sono profondamente convinto che l’antisemitismo, come qualunque forma di razzismo sia dovuto principalmente all’ignoranza. A mio avviso la Cultura e la conoscenza del diverso sono gli strumenti più potenti che abbiamo.”

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