Rimane alta la tensione in materia di terrorismo islamico in Italia. A Padova un 20enne italiano di origine marocchina è stato arrestato con l’accusa di apologia e istigazione a delinquere, aggravati dalla finalità di terrorismo e addestramento con finalità di terrorismo internazionale.

Secondo voci della Procura della città veneta, l’inchiesta è iniziata nel marzo 2022, quando le attività online del giovane sono entrate nel mirino degli investigatori.

A richiamare l’attenzione sull’esperto in informatica è stata la sua volontà di spingersi verso la radicalizzazione islamica, che l’ha portato a diffondere su Twitter tutorial in cui spiegava come creare esplosivi con ingredienti di facile reperimento.

Secondo gli investigatori, il 20enne italiano di origine magrebina avrebbe esteso il suo raggio d’azione virtuali, creando contatti con utenti residenti al di fuori dei nostri confini, che sposavano le sue idee estremiste.

Nello specifico quali erano queste idee estremiste?

Non poteva mancare, ovviamente, un proposito violento contro lo Stato d’Israele e gli ebrei. Non solo, perché nei dispositivi elettronici del ragazzo di origine marocchina sono stati trovati documenti contro gli Usa e la comunità Lgtbq, e in favore dell’esaltazione di Al Qaeda e Daesh, nonché di quel martirio tanto caro a chi sposa il jihad.

Sono stati trovati, inoltre, video nei quali sono riprese fasi di allenamento fisico all’interno di palestre da parte di mujaheddin e di esercitazioni di guerra.

Questo episodio non va sottovalutato. La giovane età dell’arrestato non deve fuorviare, perché la rete da lui costruita era molto capace e attiva sul web, tanto da dare suggerimenti su dove poter acquistare armi in bitcoin.

Il terrorismo islamico in Italia rimane un pericolo costante. Abbassare la guarda sarebbe un errore da non commettere.