Sala chiede scusa per il paragone tra Anna Frank a Greta Thunberg

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Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha chiesto scusa per il paragone fatto tra Anna Frank a Greta Thunberg. Il primo cittadino meneghino, infatti, ha scritto una lettera al presidente della Comunità Ebraica di Milano, Milo Hasbani:

“È più che evidente che non ci fosse la volontà da parte mia di fare un paragone, che del resto non avrebbe alcun senso, tra il dramma della Shoah e le vicende politiche dell’oggi. Si parlava di coraggio di giovani donne e il giornalista mi ha portato sull’attualità, facendo un riferimento a Greta. Lo ribadisco con chiarezza: il dramma della Shoah è tragicamente unico e non esiste paragone possibile”.

Un’evidenza difficile da rilevare nelle precedenti parole di Sala che, presente sul set dell’anteprima del docu-film AnneFrank, aveva detto:

“Penso che Anna sia stata un’anticipatrice della presenza femminile in così giovane età. Viene naturale pensare a Greta Thunberg perché sono due storie di coraggio enorme in cui si parte dalla cosa più semplice che c’è e si arriva a un risultato simile”.

Una dichiarazione che aveva scatenato numerose polemiche, che potremmo riassumere nelle parole del capogruppo di Forza Italia in Comune, Fabrizio De Pasquale, il quale aveva ritenuto che le affermazioni di Sala avessero banalizzato “la immane tragedia della Shoah”.

Ciò che sorprende in questo caso è che a fare l’ignobile paragone è stato il sindaco di una delle città più importanti d’Italia. Non una persona qualsiasi, ma una guida politica che tanto sta facendo per la sua città. Per questo, quello di Sala è un errore difficile da perdonare.

Ormai lo stiamo ripetendo da moltissimo tempo. La Shoah viene banalizzato in ogni modo e la figura di Anna Frank tirata in ballo come se fosse la protagonista di una fiaba.

La vita di Anna Frank è stata tutt’altra cosa. È stata segnata da atroci sofferenze ed è durata troppo poco, perché qualcuno decenni fa, decise che l’essere ebrei era una colpa da pagare con la vita.

Per di più, Anna Frank non è stata “un’anticipatrice della presenza femminile in così giovane età”. È stata una bambina a cui hanno strappato la vita, che non voleva anticipare nulla, ma solo vivere.

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