Esponente Lega posta ingresso Auschwitz per attaccare la scuola, è polemica

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Esponente Lega posta ingresso Auschwitz per attaccare la scuola, è polemica

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È stata scritta un’altra ignobile pagina della banalizzazione della Shoah. L’ennesima. E immaginiamo – purtroppo – che non sarà l’ultima.

Perché la superficialità degli esseri umani è sempre in agguato. Ci siamo illusi che avesse lasciato spazio all’umanità e alla comprensione dell’altro. Ma ci siamo illusi, per l’appunto.

Ne è la prova un post social scritto da un esponente della Lega, Claudio Ticci, consigliere comunale di Borgo San Lorenzo, comune nel Fiorentino, che su Facebook ha utilizzato l’ingresso di Auschwitz per esprimere il proprio dissenso nei confronti delle misure che il governo sta adottando in merito al ritorno a scuola.

Il politico del Carroccio ha utilizzato uno dei simboli della Shoah, riadattando in tema “scolastico”. La vera scritta “il lavoro rende liberi” è stata fatta diventare “La scuola educa alla libertà”.

Le polemiche scaturite non hanno convinto Ticci alle scuse di rito o una parziale ritrattazione. No, il politico della Lega ha scritto un altro post, riproponendo la stessa immagine e sostenendo che erano stati gli utenti a non capire il senso della sua precedente affermazione.

In estrema sintesi: io vi illumino e voi non capite nulla, quindi ci riprovo.

Bene, anzi male. Perché nel secondo post, Ticci ha scritto: “Questa voi la definite libertà? La definite democrazia? La definite scuola?”.

Sì, la definiamo libertà e democrazia. Perché, come si vede, tutti posso scrivere ciò che vogliono, senza censure o ripercussioni penali.

No, non la definiamo scuola. Almeno non nel senso in cui siamo abituati. Il diritto di critica verso il governo in merito alla scuola è legittimo, ma in alcun modo deve essere paragonato a un campo di sterminio dove morirono più di un milione di persone.

Paragonare le misure restrittive degli alunni in un luogo dove venivano gasate le persone è un’aberrazione, un insulto a tutti gli esseri umani dotati di coscienza.

Il lockdown aveva dato la possibilità di guardarsi dentro, di rileggere sé stessi e cambiare in meglio. Al momento, sembra proprio che l’occasione non è stata colta. Anzi…

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