Iran, giustiziato il campione di wrestling Navid Afkari

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Lo sport (e non solo) è in lutto per la morte del campione di wrestling Navid Afkari. Una morte non voluta dal fato, né causata da una tragica fatalità. A volere la sua morte è stato l’Iran, che l’ha ritenuto colpevole dell’uccisione di un agente in servizio a Shiraz e di aver fomentato le proteste contro il governo di Teheran, avvenute nell’agosto del 2018.

Non sono serviti a nulla i diversi appelli che il mondo aveva rivolto al paese degli Ayatollah per sospendere l’esecuzione. Teheran non ha voluto sentire alcuna ragione, né ha cambiato di una virgola la propria opinione sull’atleta.

Afkari si era dichiarato più volte innocente, tanto che il suo avvocato aveva detto che a spingere il suo assistito in carcere erano state le confessioni di persone sottoposte a torture.

Una vicenda dai molti lati oscuri, uno su tutti: la famiglia dell’agente ucciso – Hassan Torkman – aveva perdonato l’assassinio del loro congiunto.

Un perdono che non è valsa la salvezza di Afakari, che è stato giustiziato nella città di Shiraz.

L’esecuzione del lottatore iraniano ha scosso il Comitato olimpico internazionale, che si è dichiarato “scioccato” per quanto deciso dall’esecutivo iraniano, definendola “una notizia molto triste”.

Nei giorni scorsi, il Cio, nella persona del suo presidente, Thomas Bach, aveva provato a fare:

“Appelli personali diretti alla Guida suprema e al presidente iraniani e ha chiesto pietà per Afkari, nel rispetto della sovranità dell’Iran”.

Le preoccupazioni del Cio erano stato condivise anche dalla FIFA (Federazione internazionale di calcio), che si era detta molto attentata al caso, che ha avuto un esito negativo

“La speranza che la sua vita” fosse “risparmiata” era parte dell’appello del massimo organismo calcistico mondiale, reso vano dall’Iran, le cui “faccende” interne sembrano non risentire in alcun modo di ciò che arriva dalla comunità internazionale.

L’Iran, quel paese, dove le donne e i gay non hanno gli stessi diritti degli altri e dove chi si oppone ai volere governativi subisce atroci conseguenze.

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