Google Maps, centinaia di commenti spregevoli sulla pagina del Memoriale di Auschwitz

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Google Maps, centinaia di commenti spregevoli sulla pagina del Memoriale di Auschwitz

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Preoccupante. Inquietante. Macabro. Sono solo tre aggettivi che utilizziamo per raccontare una storia vergognosa, che fotografa l’inettitudine di alcuni esseri umani, venuta alla ribalta grazie al quotidiano The Guardian.

Cadere nella retorica non è semplice, ma tant’è. Perché se diverse persone sentono il bisogno, la necessità o pensano sia normale lasciare commenti spregevoli sulla pagina Google Maps del Memoriale di Auschwitz, allora noi possiamo anche correre il rischio di inciampare nella ridondanza.

Diverse persone che, in realtà, sono oltre 150, le quali hanno lasciato commenti come questi: “le docce sono state un’esperienza formidabile, Anna Frank, sono felice di aver visto tutto questo” oppure Auschwitz “è un bel posto dove andare se volete perdere peso rapidamente”.

Ancora più preoccupate, inquietante e macabro è stato un nickname usato da un utente, che si è firmato Primo Levi. In questo gioco perverso, firmarsi con i nomi Adolf Hitler o il comandante delle SS Michael Wittmann potrebbe avere una sua “logica” (doppie virgolette), ma scrivere un commento rubando il nome a una persona che ha sofferto le pene nell’inferno ad Auschwitz, è quanto ignobile.

Numerose sono state le polemiche nei confronti di Google, che ha tentato di scusarsi così:

“Siamo sconvolti da queste recensioni sulla nostra piattaforma e stiamo agendo per rimuovere il contenuto e prevenire ulteriori abusi. Abbiamo norme chiare che vietano le recensioni offensive e false e lavoriamo 24 ore su 24 per monitorare Maps. In questo caso, sappiamo che dobbiamo fare meglio e stiamo lavorando per valutare e migliorare i nostri sistemi di rilevamento. Al momento della scrittura, tutte le recensioni offensive tranne due sono state rimosse”.

Il portavoce del Memoriale di Auschwitz, però, ha posto una questione estremamente delicata sulle recensioni di Google:

“La nostra esperienza è che purtroppo, in molti casi, diversi commenti inquietanti e antisemiti spesso non vengono rimossi dopo essere stati segnalati in quanto ‘non violano i regolamenti’”.

Karen Pollock, amministratore delegato dell’Olocausto Educational Trust, non ha usato mezzi termini per evidenziare le responsabilità del colosso statunitense:

“Questi commenti sono disgustosi. Google deve assumersi la responsabilità dell’odio condiviso sul proprio sito e adottare misure per monitorare e rimuovere tali contenuti ripugnanti e migliorare e modificare la moderazione e le norme”.

Preoccupante. Inquietante. Macabro. Solo i tre aggettivi che abbiamo utilizzato per questa storia. Purtroppo se ne potrebbero usare molti di più…

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