Shoah, i resti di 1.400 ebrei uccisi scoperti in una fossa comune in Bielorussia

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Shoah, i resti di 1.400 ebrei uccisi scoperti in una fossa comune in Bielorussia

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Nel giugno 1941, 1400 ebrei vennero uccisi nella cittadina di Luninets, situata nella regione di Brest, in Bielorussia.

La mano omicida fu quella dell’unità ausiliaria della Wermacht, Police Battalion 306, il cui compito era uccidere in massa nelle aree occupate dai tedeschi in Unione Sovietica.

Oggi i resti di quelle povere vittime sono stati rinvenuti grazie agli scavi condotti dalla squadra scientifica del Ministero della Difesa bielorusso, che in poco tempo è riuscita a individuare 150 scheletri, nonché pettini, occhiali, scarpe e persino dentiere.

A renderlo noto è stato il giornale israeliano Ynet news.

Le ricerche sono state portate avanti dalla giornalista bielorussa Tania Konafetskaya insieme a Ilana Sela, figlia di una delle vittime, Shlomo Alfiner, che ha affermato:

“Per decenni abbiamo cercato il luogo in cui erano state sepolte le persone, ma solo la scorsa settimana sono iniziati i lavori di scavo, dove sono state ritrovate le ossa”.

Nell’area prossima a Luninets vennero assassinati dalle truppe del Terzo Reich più di 16mila civili, almeno 600 le vittime bruciate vive, dei quali 200 bambini, fino alla liberazione nel luglio del 1944.

Già nel 2019 nella regione di Brest era venuta alla luce un’enorme fossa comune, contente i cadaveri di oltre mille ebrei, grazie alla scoperta casuale di alcuni operai, durante i lavori in un cantiere edilizio.

Quella di Luninets fu l’ennesima strage compiuta dai nazisti nei confronti degli ebrei, vittime di una barbaria inaudita che negli ultimi anni, in molti tentano di ridimensionare.

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