Consiglio dei Diritti Umani: in arrivo una nuova risoluzione di condanna verso Israele

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Mario Del MonteEditor
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Medio Oriente

Consiglio dei Diritti Umani: in arrivo una nuova risoluzione di condanna verso Israele

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Il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite si appresta a votare una risoluzione sul controverso resoconto MacGowan Davis della guerra a Gaza del 2014. La delegazione palestinese ha già presentato una prima bozza, palesemente sbilanciata a loro favore, contenente una dura condanna alle azioni israeliane. Come era facile prevedere, nel testo non viene mai menzionata l’organizzazione terroristica Hamas che detiene il potere nell’enclave palestinese dal 2005.

Secondo alcune indiscrezioni raccolte dal Times of Israel, i sei Stato europei che fanno parte del Consiglio hanno respinto l’iniziativa dichiarandola inaccettabile e hanno chiesto ai palestinesi di presentarne una “più morbida”. Tra le tante accuse presenti nel documento spicca quella che vede gli israeliani “incapaci di effettuare serie, indipendenti e imparziali indagini sul ruolo di alcuni alti ufficiali” in presunte violazioni del diritto umanitario internazionale. Contemporaneamente la bozza giustifica la mancanza nello stesso meccanismo per i palestinesi asserendo che sarà impossibile approntarlo finché Israele continuerà a tenere separate la West Bank e la Striscia di Gaza. In pratica la risoluzione che i palestinesi vorrebbero presentare al Consiglio sostiene non solo l’impunità di Israele nelle violazioni del diritto internazionale ma ritiene lo Stato ebraico colpevole anche del fatto che i crimini dei “gruppi armati palestinesi”, una locuzione abilmente utilizzata per non nominare mai Hamas, non verranno investigati.

Dopo il rifiuto degli europei la delegazione palestinese sta lavorando per una revisione che soddisfi una maggioranza più ampia. Questo perché sebbene abbiano già la maggioranza nel Consiglio, da Ramallah sono convinti che una risoluzione supportata da membri di qualità come Germania, Regno Unito, Francia e Olanda sarebbe molto più efficace a livello mediatico di una condivisa con Algeria, Cuba, Pakistan e Arabia Saudita.

I diplomatici israeliani al momento stanno cercando di convincere gli Stati occidentali che un voto a favore della risoluzione è un voto a favore del terrorismo internazionale, una questione riaperta questa settimana dagli attentati in Francia e in Tunisia. Secondo gli israeliani un eventuale successo della risoluzione costituirebbe un precedente che priverebbe qualsiasi Stato di tutti quegli strumenti di cui ha bisogno per combattere il terrorismo in futuro.

Secondo i più importanti analisti mediorientali probabilmente i palestinesi cederanno alle richieste e presenteranno una bozza “più accettabile” ma sempre contenente alcune delle denunce del testo precedente, in modo tale da mostrarsi più flessibili e compiacere l’ego degli Stati europei.

Nel Luglio 2014 tutti i paesi del Vecchio Continente partecipanti al Consiglio si sono astenuti nella votazione sulla risoluzione di condanna per le operazioni militari a Gaza, la stessa che ha fatto scaturire la commissione d’inchiesta diretta da MacGowan Davis. In quell’occasione l’Unione Europea ammise che la risoluzione era sbilanciata e inaccurata e che non condannava esplicitamente l’indiscriminato lancio di razzi sulle città israeliane.

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