Centro Wiesenthal, annullare la condanna a Stepinac è vergognoso

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Centro Wiesenthal, annullare la condanna a Stepinac è vergognoso

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Il Tribunale di Zagabria ha annullato la sentenza di condanna a 16 anni di carcere emessa nel 1946 dal regime comunista contro l’arcivescovo Alojzije Stepinac, accusato di collaborazionismo con il regime filofascista degli ustascia croati durante il secondo conflitto mondiale. Il Collegio giudicante del Tribunale Distrettuale di Zagabria, sotto la presidenza del giudice Ivan Turudic, ha affermato che la sentenza del 1946 è contraria a tutti i principi del diritto penale materiale e processuale della giurisprudenza attuale ma anche di quella in vigore negli Anni 40 del ‘900. Il Collegio, inoltre, ha sostenuto che la prima sentenza ha violato il principio della legalità, del divieto dell’applicazione retroattiva del Codice Penale, della colpa, del diritto dell’imputato ad avere un giudizio giusto.

La decisione è stata aspramente criticata dal direttore del Centro Wiesenthal di Gerusalemme, Efraim Zuroff, secondo cui questo provvedimento è orribile e vergognoso e ha il chiaro intento di riscrivere la storia. Zuroff ha sottolineato che l’annullamento della sentenza ha il preciso scopo di negare i crimini del leader religioso cattolico che ha sposato in toto il regime degli ustascia.

Quella di Stepinac è una figura da molto tempo al centro di dissidi e dispute tra la chiesa cattolica croata e quella ortodossa serba. In Croazia è visto come martire per la libertà di confessione e come soggetto che ha avuto un ruolo fondamentale nel mantenimento del cattolicesimo nel paese nel periodo comunista. In Serbia è sul banco degli imputati per la sua fedeltà al regime degli ustascia, colpevole di atroci crimini contro serbi ed ebrei e di conversioni forzate di migliaia di ortodossi.

In Vaticano la causa per la sua santificazione è praticamente cosa fatta, ma la sua proclamazione a santo è al momento bloccata.  Si attendono, infatti, le conclusioni di una commissione mista di cattolici-ortodossi, voluta da Papa Francesco, che ha iniziato i lavori tre settimane fa. Commissione di cui fanno parte autorevoli e importanti rappresentati delle due chiese.

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