Shalom, grande Maestro

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Ebraismo

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Noi vogliamo ricordarlo così, Elio Toaff, il grande Capo Rabbino emerito della Comunità Ebraica di Roma, con il suo dolce sorriso, benevolo e affettuoso con tutti.

Una figura immensa, colui che seppe risollevare la comunità della Capitale dilaniata dalla Shoah. Al suo arrivo a Roma, le famiglie erano distrutte, ognuno aveva perso qualcuno nei campi di sterminio. Il morale di un’intera congrega era a terra.
Eppure, Rav Toaff con il suo carisma e la sua intelligenza seppe prender per mano i suoi fratelli e portarli alla rinascita. Un risorgimento per il quale ancora oggi, noi figli e nipoti di quelle generazioni dobbiamo esser grati, perché è grazie al suo instancabile lavoro che 70 anni dopo possiamo vivere con fierezza ed orgoglio quel tipo di ebraismo che ci ha trasmesso.

Era vicino all’intellettuale come all’analfabeta, ai bambini come agli anziani, i ceti sociali non erano un ostacolo. Era il Rabbino Capo di tutti. Prese i tanti orfani della Shoah sotto la sua ala protettiva, li tolse dalla strada, li istruì e li crebbe come suoi figli. Lui che alla Resistenza aveva partecipato attivamente e che era miracolosamente scampato alle deportazioni nazifasciste in diverse occasioni.

Laureato in Giurisprudenza, fu un uomo di pace e confronto; a tutti piace ricordarlo come colui che riavviò il dialogo ebraico-cristiano e che ospitò Papa Wojtyla in sinagoga.

A chi invece fa parte di questa comunità, piace ricordarlo prima di tutto come colui che portò il dialogo all’interno e che riuscì in modo straordinario ad unire le diverse anime dell’ebraismo romano con il suo amato accento livornese.

Shalom, Rav.

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