Tunisi Parigi Gerusalemme – Io sono Yoav

Grande emozione ieri sera a Milano per il film documentario sul ragazzo ucciso nel supermarket kasher di Parigi il 9 Gennaio 2015

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Roberta Vital
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Antisemitismo

Tunisi Parigi Gerusalemme – Io sono Yoav

Grande emozione ieri sera a Milano per il film documentario sul ragazzo ucciso nel supermarket kasher di Parigi il 9 Gennaio 2015

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Roberta Vital

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È con fortissima emozione che ieri sera la Comunità Ebraica di Milano ha accolto il papà di Yoav Hattab, una delle quattro vittime dell’attentato islamico all’Hypercacher di Parigi. All’Anteo è stato proiettato il film documentario “Io sono Yoav” film girato dalle giornaliste Sabina Fedeli, Stefania Miretti e Amelia Visentini andato in onda su Rai 3. Abbiamo ancora nel cuore le parole della mamma di Ilan Halimi a Roma durante la proiezione del film “Je suis Ilan” e oggi ci troviamo ad ascoltare pietrificati le parole di Benjamin Hattab Rabbino Capo di Tunisi e padre di Yoav.

Un esempio straordinario di forza d’animo, di uomo che nonostante il dolore ineguagliabile che lo ha colpito, della vita cerca di cogliere i suoi aspetti più profondi, riesce nonostante le sue parole siano colme di dolore a trasmettere quella forza, quel valore immenso e profondo che la parola vita racchiude.

Prima di della proiezione del film gli ospiti in sala, On. Ricardo Franco Levi, Dounia Ettaib e Rav Alfonso Arbib, Rabbino Capo della Comunità di Milano si confrontano sul preoccupante quadro Europeo. Importanti le parole di Rav. Arbib che non nascondono preoccupazione per il momento difficile che stiamo vivendo. “L’indifferenza è il leit motif che corre in tutta la storia ebraica“, indifferenza che non possiamo non percepire dinnanzi ad accordi convenienti con l’Iran. Sappiamo come l’Iran sia il maggior paese impegnato nella propaganda di antisemitismo, ma davanti ad un accordo conveniente si tace,si è indifferenti perché gli ebrei potrebbero diventare un problema. “Ecco quando gli ebrei vengono percepiti come un fastidio mi preoccupo” conclude Rav Arbib.

La storia di Yoav Hattab è la storia di un ragazzo tunisino ebreo arrivato in Francia dopo il diploma, un bellissimo ragazzo pieno di speranze per il futuro. Un film documentario che ben trasmette quale fosse la sua formazione, un insieme di identità, ebreo religioso, tunisino, cantava in arabo e pregava in ebraico, amava la vita, colpiscono i suoi post su Facebook che lo accomunavano a milioni di ragazzi occidentali. Il pluralismo in persona. Racconta suo padre che un giorno gli disse “qui sui muri c’è scritto morte agli ebrei, qui si ha paura di indossare la Kippah, a Tunisi questo non succederebbe“. Un ragazzo dal cuore grande, un ragazzo ebreo coraggioso che parlando in arabo, ha cercato di far ragionare Amedy Coulibaly, terrorista islamico che invece senza pietà gli ha tolto la vita.

Tanti perché senza risposta, il perché di tanto odio antisemita, il perché del fatto che entrare a comprare una bottiglia di vino kasher diventi pericoloso in Europa, ma non ci sono risposte. L’odio antisemita non ha risposte esiste semplicemente perché si è ebrei.

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