Tokyo 2020, Israele: tra boicottaggi, omaggi e il ricordo di Monaco ’72

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Tokyo 2020, Israele: tra boicottaggi, omaggi e il ricordo di Monaco ’72

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È un’Olimpiade non molto “fortunata” quella che si sta svolgendo a Tokyo. Lo slittamento, causa pandemia, ha fatto da apripista a dei Giochi tormentati, che via via hanno perso personaggi importanti.

Tra questi, Kentaro Kobayashi rimosso dal suo ruolo di direttore artistico a poche ore dalla cerimonia di apertura, a causa di una dichiarazione passata, in cui ironizzò sulla Shoah. Una defezione che è andata ad aggiungersi a quelle di Hiroshi Sasaki e Keigo Oyamada (rispettivamente per commenti sessisti, attacchi contro un’attrice giapponese invitata a vestirsi da maiale e un passato da bullo mai rinnegato).

Non è andata meglio nei giorni successivi, quando due atleti si sono ritirati per motivi che nulla hanno a che fare con lo sport e quando il Presidente comitato olimpico palestinese ha appoggiato il boicottaggio sportivo contro Israele.

Andiamo con ordine:

Il judoka Fethi Nourine ha terminato i Giochi ancora prima di iniziarli. Secondo il tabellone olimpico, infatti, l’atleta algerino era capitato nella stessa parte dell’israeliano Tohar Butbul. È bastata l’ipotesi di un incontro al secondo turno per portare Nourine a disertare la prima gara per non correre il rischio di gareggiare contro un rappresentate sportivo dello Stato d’Israele.

Stesso motivo che ha spinto un altro judoka, il sudanese Mohamed Abdalrasool, a non affrontare Tohar Butbul.

Un boicottaggio sportivo svoltosi tra il silenzio preoccupante del Cio e l’appoggio del presidente del Comitato Olimpico palestinese, Jibril Rajoub, che ha pubblicamente incoraggiato gli atleti a boicottare Israele e rifiutare gli incontri con atleti israeliani nel corso dei Giochi olimpici giapponesi.

Non solo cose negative per lo Stato ebraico, perché per la prima volta nella storia delle Olimpiadi è stata omaggiata la memoria degli undici atleti israeliani, uccisi dal terrorismo palestinese durante i Giochi di Monaco ‘72. Un riconoscimento che ha fatto molto piacere a Israele, cui è legata un’altra vicenda positiva di questa Olimpiade.

L’ex judoka iraniano che adesso rappresenta la Mongolia, Saeid Mollaei, ha dedicato la medaglia d’argento a Israele. È la prima medaglia per l’atleta che negli anni scorsi finì al centro di un caso diplomatico, quando rivelò che il suo team gli ordinò di perdere la semifinale dei Campionati Mondiali per evitare di sfidare in finale l’israeliano Sagi Muki.

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