Sergio Mattarella visita Auschwitz: “Luogo dell’orrore”

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Sergio Mattarella visita Auschwitz: “Luogo dell’orrore”

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Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha partecipato ad Auschwitz alla tradizionale “Marcia dei vivi” in ricordo delle vittime della Shoah.

Arrivato da Varsavia nella seconda giornata della sua visita in Polonia, accompagnato dal viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, ha iniziato la sua visita in luogo che ha definito “dell’orrore”, in cui “milioni di cittadini” vennero:

“Assassinati da un regime sanguinario come quello nazista che, con la complicità dei regimi fascisti europei che consegnarono i propri concittadini ai carnefici, si macchiò di un crimine atroce contro l’umanità. Un crimine che non può conoscere né oblio né perdono”.

Ad Auschwitz, Mattarella ha trovato ad accoglierlo le sorelle Andra e Tatiana Bucci, internate a Birkenau tra l’aprile 1944 e il gennaio 1945, e i rappresentanti delle Comunità ebraiche italiane.

 Il Capo dello Stato, come primo atto, ha deposto una corona di fronte al Muro delle esecuzioni, dove si è trattenuto in raccoglimento.

“Già studiarlo, e l’ho fatto molto a lungo, è impressionante ma vederlo è un’altra cosa. È già straziante leggere e vedere nei video le testimonianze, ma vederlo è un’altra cosa, che dà la misura dell’inimmaginabile. Vedere quelle scarpe, vedere quelle scarpette dei bambini, dei neonati sono cose inimmaginabili e bisogna continuare a ricordare e bisogna ricordare che quello che vediamo è una piccola parte”.

Parole che pongono l’accento sulla necessità di continuare a “fare memoria”, anche alla luce delle foto circolate sul web che ritraevano ragazzi a prendere il sole sui binari del lager, come fosse un luogo di svago o ristoro.

Sergio Mattarella rivolgendosi ad alcuni studenti ha detto:

“Dovete trasmettere anche voi a vostra volta la memoria. Dovete trasmetterla anche voi a chi verrà dopo”.

Quel verbo “trasmettere” ripetuto due volte, come un monito, come se la prima volta, qualcuno fosse stato distratto.

Perché l’esigenza di “memoria”, ricorsa spesso nelle parole del Capo dello Stato nella sua visita ad Auschwitz ci dà la misura della distanza di ciò che è stato e di ciò che è arrivato alle nuove generazioni.

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