La diplomazia USA “mogherinizzata”

Il silenzio davanti alle minacce nucleari iraniane contro Israele

Sen. Luigi Compagna
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Medio Oriente

La diplomazia USA “mogherinizzata”

Il silenzio davanti alle minacce nucleari iraniane contro Israele

missili iran

Era la seconda settimana di marzo. Il vicepresidente Biden era atteso a Gerusalemme per contribuire a sradicare, o comunque ad attenuare, le preoccupazioni di Netanyahu sul fronte iraniano. In un porto spagnolo giungeva il primo carico di petrolio iraniano dalla fine delle sanzioni.
Per tante ragioni non era (o forse proprio in tal senso lo era) il momento migliore per far ripartire in Iran una nuova serie di test nucleari. Il che è puntualmente avvenuto e sui missili balistici lanciati in quei giorni il responsabile del programma delle guardie rivoluzionarie, Amir Alì Hajizadeh, ha voluto fosse scritto in ebraico la frase: “Israele deve essere cancellato dalla faccia della terra”. Era un modo di dire e di ricordare al mondo che i missili hanno gittata di 2000 kilometri e sono pronti a colpire il “regime sionista”.
L’amministrazione americana ha reagito in termini ancora più discreti di quelli, davvero ovattati, dell’ottobre scorso dopo il lancio degli Emad. Al suo interno qualcuno, più zelante di quanto richiestogli, si è aggrappato al lessico ONU, per il quale non sarebbe chiaro se questa nuova ondata di test missilistici rispetti o meno le risoluzioni ONU.
Esse in astratto precluderebbero a Teheran di sviluppare missili capaci di portare testate nucleari. Ma in concreto gli USA di Obama dispongono di risorse lessicali targate ONU, di cui gli USA prima di Obama avevano l’onore di essere privi, non consentono di prevedere una minaccia nucleare che provenga dall’Iran.
Assai più schietto quel presentatore televisivo iraniano che ha parlato di “rivoluzione missilistica” e di lotta continua al grande e al piccolo Satana.
Giornata difficile, non c’è dubbio, per il vicepresidente Biden. Al quale il codice diplomatico e – quel che è peggio il suo paese – chiedeva quel giorno di “mogherinizzarsi”…cioè di esprimersi con la massima prudenza (che coincide spesso con la massima viltà).

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