L’Iran vuole attaccare la delegazione di Israele alle Olimpiadi di Parigi. Dopo le mail intimidatorie agli atleti che parteciperanno ai Giochi francesi, una nuova minaccia incombe sullo Stato ebraico che venerdì difenderà la bandiera con la Stella di David nella manifestazione sportiva.
A dare l’allarme è stato il ministro degli Esteri Israel Katz, che ha inviato una missiva al suo omologo francese Séjourné:
“Ci sono persone che cercano di minare la natura celebrativa di questo gioioso evento, al momento abbiamo valutazioni sulla potenziale minaccia rappresentata da gruppi vicini all’Iran e da altre organizzazioni terroristiche che mirano a compiere attacchi contro i membri della delegazione israeliana e i turisti israeliani durante le Olimpiadi”.
Nella lettera Katz ha espresso “gratitudine” ai funzionari francesi per le “misure di sicurezza senza precedenti”, atte alla protezione degli atleti e dello staff della squadra israeliana alle Olimpiadi di Parigi ’24.
Nella capitale francese sono presenti 88 atleti, che sono soggetti a protezione 24 ore su 24 da parte dei servizi di sicurezza francesi e sono anche sorvegliati da funzionari dell’agenzia di sicurezza interna israeliana Shin Bet.
Il piano contro Israele alle Olimpiadi di Parigi dell’Iran non è una novità. Sono anni, infatti, che Teheran ha messo in piedi una campagna globale contro gli israeliani nel mondo.
L’obiettivo che persegue il regime degli Ayatollah è quello di uccidere professionisti israeliani dislocati in vari paesi. Negli anni il Mossad, assieme a determinati servizi di sicurezza internazionali, ha sventato minacce in Gran Bretagna, Grecia e Cipro.
Lo schema è questo: servirsi di manovalanza del paese che si vuole colpire e malviventi non iraniani per eludere le indagini e ogni possibile collegamento con Teheran.
L’Iran vorrebbe ripetere ciò che fece l’organizzazione terroristica arabo-palestinese alle Olimpiadi di Monaco nel 1972, quando 11 atleti israeliani vennero torturati e uccisi.
E questo è un paese, che diversi politici israeliani ritengono sia un interlocutore per la pace in Medioriente.