Insulti e minacce all’ambasciata israeliana a Berlino, una triste realtà quotidiana

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Mario Del MonteEditor
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Antisemitismo

Insulti e minacce all’ambasciata israeliana a Berlino, una triste realtà quotidiana

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Una media di venti lettere contenenti minacce, insulti e provocazioni vengono recapitate giornalmente all’ambasciata di Israele in Germania, lo rivela al quotidiano tedesco Berliner Morgenpost l’ambasciatore Jakov Hadas-Handelsman. In un video di circa tre minuti il funzionario israeliano legge qualche esempio di ciò che purtroppo ormai è diventato semplice routine, uno shockante antisemitismo non più di matrice politica ma popolare, un sentimento comune e trasversale che attraversa anche uno Stato come la Germania dove gli anticorpi dovrebbero essere più forti in ragione del passato.

L’ambasciatore israeliano racconta di come il numero di messaggi zeppi di insulti sia salito dopo l’operazione Protective Edge a Gaza di questa estate e di come sia inaspettatamente peggiorata la situazione anche dopo gli attentati di Parigi e Copenaghen. Questo fenomeno si presenta sia nella forma di missive spedite tramite posta tradizionale che in quella di e-mail, in entrambi i casi gli autori non hanno paura di firmarsi nonostante la legge tedesca punisca questo tipo di insulti razzisti. Il più delle volte si giustificano con un forte criticismo alle azioni dello Stato d’Israele ma, come fa notare Hadas-Handelsman, quando si leggono frasi come “l’umanità non conoscerà pace finché l’ultimo ratto ebreo sarà sepolto” o “vi appoggiate all’Olocausto perché siete troppo pigri per lavorare” è palese che la critica si sia spinta ben oltre il limite accettabile diventando puro antisemitismo. “Anche se tutti gli ebrei lasciassero il paese il problema non sarebbe risolto perché quelli che usano questo tipo di offese se la prenderebbero con qualcun altro. Queste persone approfittano della libertà di pensiero e opinione per diffondere odio razziale” ha aggiunto Hadas-Handelsman.

Pochi giorni fa proprio l’ambasciatore aveva condiviso il consiglio di Netanyahu agli ebrei europei di trasferirsi in Israele per non temere per la propria sicurezza. Messaggio che però era stato fortemente criticato da Angela Merkel e dal presidente del consiglio centrale degli ebrei tedeschi Josef Schuster che avevano offerto rassicurazioni e imponenti dispositivi di sicurezza alle comunità ebraiche. Queste però lamentano una certa ipocrisia delle istituzioni, specialmente dopo la decisione di un tribunale di non incarcerare tre ragazzi musulmani che avevano lanciato una molotov contro la sinagoga di Wuppertal perché non spinti da antisemitismo ma da antisionismo. Recentemente la comunità ebraica di Berlino ha deciso di consegnare il proprio mensile di informazione in anonimi involucri bianchi che nascondono la copertina per timore di ripercussioni sulle persone che lo ricevono e ha inoltre invitato gli ebrei che vivono o visitano Berlino a evitare di indossare la kippah o altri tradizionali simboli religiosi nei quartieri a maggioranza musulmana.

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