Il voto sul rinnovo della missione UNIFIL in Libano e l’importanza di un Hezbollah sotto controllo internazionale

Consiglio di Sicurezza dell’ONU oggi al voto per il rinnovo della missione di interposizione in Libano

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Redazione
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Medio Oriente

Il voto sul rinnovo della missione UNIFIL in Libano e l’importanza di un Hezbollah sotto controllo internazionale

Consiglio di Sicurezza dell’ONU oggi al voto per il rinnovo della missione di interposizione in Libano

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Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU oggi (alle 15:00 ora di New York) è chiamato a votare il rinnovo della strategica missione UNIFIL in Libano. L’obiettivo della missione, non sempre riuscito a pieno negli ultimi anni a causa delle azioni di Hezbollah, dovrebbe essere quello di impedire il riarmo dell’organizzazione terroristica.

Chi è Hezbollah?
Il “Partito di Dio” è un’organizzazione terroristica sciita che sposa un’ideologia islamica radicale e mira a distruggere Israele attraverso la lotta armata. Fondato dall’Iran nei primi anni ’80, Hezbollah serve gli interessi iraniani e agisce ormai da anni per procura dell’Iran in Libano. Hezbollah è anche profondamente implicato nella guerra civile in Siria, in Iraq e in Yemen, sotto la direzione delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche dell’Iran.

I suoi leader, Hassan Nasrallah in testa, hanno minacciato ripetutamente di attuare la distruzione violenta e totale dello Stato di Israele. In questo senso le parole non sono rimaste solo tali: Hezbollah ha intrapreso un programma di sviluppo di missili di precisione, ideati per colpire siti strategici in Israele, provocare distruzione di massa e causare vittime civili su vasta scala. Un arsenale che oggi conta oltre 100.000 missili deliberatamente sparpagliati tra le abitazioni civili della popolazione libanese.

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L’organizazione terroristica è dotata di armi pesanti come dimostrano diversi di report dell’intelligence israeliana e possiede capacità militari maggiori di quelle delle Forze Armate libanesi, ma – al tempo stesso – non risponde al popolo o al governo del Libano.

Le attività terroristiche destabilizzanti di Hezbollah – occorre ricordarlo – mettono a repentaglio prima di tutto la stabilità del Libano, la sicurezza dei civili libanesi e israeliani e della pace nell’intera regione. L’organizzazione terroristica con le sue azioni violente da anni sostiene l’insurrezione e l’instabilità in Libano e nell’intera regione.

Negli anni l’organizzazione terroristica libanese si è macchiata di feroci attentati, tra cui:

Beirut, 1983: Bomba all’Ambasciata americana; 63 morti.
Bombe alle basi militari americane e francesi; 241 marines americani, 58 militari
francesi, e 6 civili rimasti uccisi.
Buenos Aires, 1992: Bomba all’Ambasciata israeliana; 29 morti, oltre 250 feriti.
Panama, 1994: Bomba sul volo AC 901, in cui rimasero uccise 21 persone (fra cui 12
ebrei).
Arabia Saudita, 1996: bombe alle Khobar Towers; 19 morti.
Bulgaria, 2012: bomba su un Pullman turistico a Burgas; 6 morti (5 turisti israeliani e il
conducente).

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Buenos Aires, 1994: Bomba alla sede dell’AMIA, il centro culturale ebraico; 85 morti, oltre 300 feriti. Iran e Hezbollah finirono sotto accusa per entrambi gli attacchi di Buenos Aires.

Addirittura, nel dicembre 2018 l’Esercito di Difesa Israeliano (IDF) ha scoperto una rete di tunnel di attacco transfrontaliero scavati da Hezbollah fin dentro il territorio israeliano. Questa è una eclatante violazione della sovranità israeliana e delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza 1559 (del 2004) e 1701 (del 2006). Queste risoluzioni chiedono il disarmo di tutti i gruppi armati in Libano, il ritiro di tutte le forze straniere e la cessazione dell’intervento straniero negli affari interni libanesi. Queste risoluzioni chiedono il disarmo di tutti i gruppi armati in Libano, il ritiro di tutte le forze straniere e la cessazione di ingerenze straniere negli affari interni libanesi.

Il voto dell’ONU
Nel 2006 la forza UNIFIL è stata incaricata di far applicare la Risoluzione 1701, la quale stabiliva che Hezbollah non fosse presente nell’area a sud del fiume Litani ma a causa di forti restrizioni imposte da Hezbollah, l’UNIFIL, suo malgrado, è stata fortemente limitata nelle proprie capacità di adempiere efficacemente al proprio mandato ai sensi della risoluzione.

Nel 2018, come si vede nel video diffuso dagli Stati Uniti, le forze dell’UNIFIL sono state addirittura attaccate da persone collegate ad Hezbollah. Una evidente intimidazione che però non risulta in nessun rapporto redatto dal comando della missione ONU.

Uomini di Hezbollah attaccano convoglio UNIFIL

Elad Strohmayer, portavoce dell’ambasciata israeliana a Washington, sul suo blog sul Times of Israel ha dichiarato: 

Il fatto è che UNIFIL al momento non sta facendo il suo lavoro. Il Consiglio di Sicurezza deve garantire la libertà di movimento di UNIFIL e consentire l’accesso a tutti i siti nell’area affidata alla missione ONU. Ogni incidente in cui è stato vietato l’accesso di UNIFIL deve essere indagato e segnalato in modo trasparente» ha insistito il portavoce dell’ambasciata israeliana a Washington.

Con questo imminente voto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite abbiamo l’opportunità di dare a UNIFIL la possibilità di fare ciò che dovrebbe piuttosto che, ancora una volta, rinnovare automaticamente il suo mandato.

Il voto di oggi all’ONU è daverro fondamentale. Per un Medio Oriente stabile e in cui la pace non sia una falsa chimera occorre poter rafforzare i poteri e gli strumenti messi a disposizione dell’UNIFIL al fine di controllare e limitare davvero e una volta per tutte le operazioni fuorilegge di Hezbollah, prima di tutto a tutela dei libanesi stessi.

Speriamo che, almeno questa volta, non dovremmo assistere alla solita brutta votazione senza senso.

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